Chi sperava in un 2024 in ripresa per le vendite di vino rimarrà deluso. Non sono bastate neppure le festività pasquali a far risalire i consumi in Italia. Secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Uiv-Ismea su base Nielsen-IQ, la Pasqua si è chiusa con un calo delle vendite a volume, rispetto alla festività dell’anno precedente, del 3,5%, per effetto di una contrazione degli acquisti sia di vini fermi (-3,8%) sia di spumanti (-1,9%). Sale solo il prezzo medio, per effetto della riduzione delle promozioni.
In sofferenza i vini fermi
Ma il fenomeno non è – secondo Uiv e Ismea – solo legato al periodo della Pasqua; il bilancio delle prime 10 settimane del 2024, antecedenti alla ricorrenza, rivela infatti una flessione delle vendite a volume del 4% su base annua, ancora più accentuata (-11%) rispetto al dato del 2022. In questo quadro, i vini fermi (-5% sullo scorso anno e -12% sul 2022) sono quelli che stanno mostrando i maggiori segnali di sofferenza, con una flessione dei consumi che persiste ormai da dicembre del 2020. Sono evidenze – spiega l’Osservatorio - che scontano anche l’aumento dei prezzi a scaffale, più marcato per le categorie di fascia bassa (vini comuni) che hanno maggiormente risentito delle pressioni inflazionistiche.