Il bresciano Jobet Monett batte i colleghi e si aggiudica il Ruinart Sommelier Challenge 2025

27 Feb 2025, 10:47 | a cura di
L'head sommelier del ristorante Enrico Bartolini al Mudec di Milano trionfa nella sfida italiana organizzata da Ruinart, la storica Maison dello Champagne

In collaborazione con Ruinart 

La Lombardia ha trionfato, giocando in casa, nella settima edizione italiana del Ruinart Sommelier Challenge, la sfida dedicata ai migliori professionisti del vino, inserita nel progetto di formazione della Maison di Reims e svoltasi presso la Fondazione Luigi Rovati a Milano. A vincere è stato Edoardo Jobet Monett (a sx nella foto di apertura), Head Sommelier del ristorante Enrico Bartolini al Mudec (Tre Stelle Michelin e Tre Forchette del Gambero Rosso). Al secondo posto si è piazzata Ombretta Ubaldi, sommelier del Mandarin Oriental di Como, mentre al terzo si è issato Massimiliano Accornero dell’hotel Principe di Savoia di Milano.

Ruinart Sommelier Challenge 2025. La giuria e il premio

A giudicare i 26 candidati provenienti da tutta Italia è stata una giuria presieduta da Frédéric Panaïotis (a dx nella foto di apertura insieme al vincitore), Chef de cave di Ruinart, Cinzia Benzi, giornalista di Identità Golose, Simone Roveda, fondatore di Winerylovers, e Alberto Piras, sommelier de Il Luogo di Aimo e Nadia a Milano e vincitore del Ruinart Sommelier Challenge nel 2021.

La giuria del Ruinart Sommelier Challenge: da sx Panaïotis, Roveda, Piras e Benzi

Jobet Monett, bresciano, classe 1989, parteciperà a un viaggio di quattro giorni nella Champagne, organizzato dalla Maison assieme ai vincitori delle altre edizioni del challenge, che si terrà prossimamente negli Stati Uniti, in Florida, California, Colorado, Francia e Giappone.

Un momento del challenge

Quattro vini rossi da individuare e descrivere

I 26 sommelier sono stati messi a dura prova dalla sfida, e per quaranta minuti scanditi da un grande cronometro il silenzio ha perlustrato la sala della Fondazione Luigi Rovati, dove i professionisti hanno dovuto riconoscere quattro vini rossi (sorpresa!) degustati alla cieca, descrivendone le caratteristiche in quattro schede, due da compilare in italiano e due in inglese.

Vini tutti italiani (ma questo si è scoperto dopo) accomunati tra di loro e a Ruinart dall’attenzione all’ambiente, alla sostenibilità e alla coltivazione rigorosa dei vigneti: si tratta dell’Etna Rosso Contrada Santo Spirito 2019 di Palmento Costanzo, dell’Irpinia Aglianico Serpico 2019 di Feudi di San Gregorio, del Barolo 2020 di Ettore Germano e del Nobile di Montepulciano 2020 di Avignonesi.

La masterclass sulla biodiversità in vigna

Poi, prima di conoscere l’esito degli scrutini dei propri compiti, i sommelier hanno potuto assistere alla masterclass guidata da Panaïotis sul tema "Promuovere la biodiversità grazie alla vitiforestazione", nella quale è stato affrontato il tema della gestione sostenibile dei vigneti, partendo dall’esperienza di Ruinart, azienda che ha iniziato nei primi anni di questo millennio a cambiare gradualmente le proprie pratiche in vigna e che in quindici anni ha ridotto del 50% l’utilizzo di prodotti chimici e di fungicidi, oltre ad aver sbianchettato totalmente l’uso di erbicidi, battendosi altresì per migliorare continuamente la sua performance ambientale.

Una bottiglia di Dom Ruinart

Gli Champagne e il cambiamento climatico

Pratiche virtuose che non hanno intaccato per nulla la qualità dei vini della Maison, come ha dimostrato la degustazione di quattro cuvée Ruinart con il comune denominatore dello Chardonnay: l’elegante Blanc de Blancs e tre edizioni del Ruinart Blanc Singulier (Ed. 17, 18 e 19), il vino creato proprio per riflettere sul cambiamento climatico, accettando la sfida di mantenere la tipica freschezza Ruinart anche nelle annate più torride, le sole in cui la cuvée viene realizzata. Tre espressioni molto differenti tra loro, con la 2019, la più giovane, a mostrarsi particolarmente equilibrata.

I sommelier durante il pranzo al ristorante Andrea Aprea

Il pranzo da Andrea Aprea Ristorante

Altre cuvée hanno accompagnato il pranzo degustazione ospitato da Andrea Aprea Ristorante, situato in cima alla Fondazione Luigi Rovati, che negli ultimi anni si è imposto come uno dei templi della gastronomia a Milano (vanta due stelle Michelin da poco più di un anno e Tre Forchette del Gambero Rosso).

Il Dom Ruinart Blanc de Blancs in diverse annate ha accompagnato la Caprese… dolce e salato, piatto iconico dello chef napoletano (2013), l’ingegnoso Uovo di selva, castagna, liquirizia, Grana Padano riserva (2010), il Riso Carnaroli Selezione Dama cacio e pepe, fichi e gamberi (2007 nel formato magnum). Il piatto principale, la Faraona cavolfiore e camomilla, è stato scortato dal Dom Ruinart Rosé 2007 Magnum, mentre è toccato al Dom Ruinart Rosé 2009 il compito di esaltare il dessert, rappresentato dal Rabarbaro, cioccolato bianco, arachidi e olio evo.

L’appuntamento è per il prossimo anno!

Panaïotis e Aprea

Maison Ruinart

Maison Ruinart è stata fondata nel 1729 come prima Maison de Champagne. Gli enologi della Maison sono veri e propri maestri dello Chardonnay. In armonia con la natura, coltivano e definiscono il caratteristico stile della Maison: Cuvée elegantemente semplici, piacevoli da bere, di freschezza aromatica, che riflettono la bilanciata luminosità delle uve. Convinta del potere che ha l’arte di trasformare, connettere e illuminare, Ruinart dà vita a esperienze culturali di alto livello. Attraverso le lenti dell’arte e della creazione, la Maison promuove una comprensione più profonda dei legami che abbiamo tra noi e con la natura, permettendoci di coltivare la gioia di vivere in un mondo più armonioso.

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