La prima cosa che si nota, nella tabella di questa settimana, è l’entità dei prezzi riconosciuti dalle aste internazionali alle bottiglie formato magnum di Barolo dell’azienda Bartolo Mascarello: otto annate, esattamente la metà di quelle elencate, hanno ottenuto una quotazione che supera i mille euro e tre di esse sono andate ben oltre i 2mila. Solo per 14 dei magnum presenti in graduatoria, però, è possibile confrontare il prezzo attuale con quello spuntato alle aste nel 2022, ma è già sorprendente che ce ne siano 14 quotate in entrambi i due anni, visto il limitatissimo numero di bottiglie prodotte, soprattutto in questo formato.
Due rarità del 1961 e 1964
La seconda cosa che si nota in tabella è la presenza di due autentiche rarità, il Barolo Riserva del 1961 e il Cannubi del 1964: a realizzarli era il padre di Bartolo (difatti l’azienda si chiamava ancora Cantina Mascarello) perché da quando ne assunse lui la responsabilità di Barolo se ne produsse un solo tipo: il Barolo senza aggettivi, che nasceva dalle uve vendemmiate nei tre vigneti di proprietà, in Cannubi, San Lorenzo e Rocche, e proprio grazie a questa miscela era così armoniosamente complesso.
Prezzi in aumento per 8 annate contro 6
La terza cosa che si nota in tabella (nella colonna più a destra) è la preponderanza delle annate cresciute di prezzo rispetto a quelle in cui è calato: otto contro sei, per l’esattezza. E difatti, facendo i conti, si scopre che il Barolo Bartolo Mascarello, che in bottiglia ha perso il 9%, come s’è visto nella precedente puntata, in magnum ha guadagnato mediamente l’11,29 per cento.