Avvio di anno in altalena per il mercato del vino italiano, con le spedizioni in forte risalita nell’extra-Ue ma i consumi in ulteriore frenata, sia in Italia che negli Stati Uniti (come raccontiamo qui). Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, infatti, l’export made in Italy verso i Paesi terzi nel primo bimestre di quest’anno mostra una crescita tendenziale a volume del 17% (+13% il valore), ben oltre la performance della Francia (+5% volume, -6% valore). Un rimbalzo notevole, non solo sull’avvio del 2023 ma anche rispetto ai 5 anni precedenti, trainato in particolare da variazioni importanti di Uk (+22%), Giappone (+40%), Cina (+33%), Russia (+116%, complice l’ipotesi super-dazi) e con segni positivi anche per gli ordini del Nord America.
Troppo presto per esultare
«È troppo presto per fare ogni tipo di riflessione – ha detto il segretario generale di Unione italiana vini Paolo Castelletti - non bastano due mesi positivi o negativi per delineare le future strategie del settore. Ma il segnale di mercato che arriva dall’export è certamente positivo, così come lo strappo sui competitor. Si spera che tutto ciò possa essere consolidato nel medio termine».
«Il rimbalzo delle esportazioni in Asia – ha detto l’ad di Veronafiere Maurizio Danese – fa ben sperare ed è un buon viatico per i nostri prossimi appuntamenti. Vinitaly dal 9 all’11 maggio sarà in Cina, a Shenzhen, per la seconda edizione di Wine to Asia, la fiera del vino che interessa gli operatori della domanda di tutta l’area del Far East e non solo».