Primo trimestre col vento in poppa per l'Asolo Prosecco Docg che, dopo un 2023 con segno positivo e il record storico di 27,5 milioni di bottiglie vendute, fa segnare un balzo in avanti del 16,3% nel periodo gennaio-marzo 2024. Nel complesso, secondo i dati diffusi dal Consorzio di tutela dell'Asolo Prosecco, sono state già certificate 8,2 milioni di bottiglie. Secondo le stime consortili, se il trend del 2024 dovesse proseguire su questi livelli, a fine 2024 si potrebbe superare la quota dei 30 milioni di bottiglie. Una cifra che solo pochi anni fa sembrava irraggiungibile. Ma che per questa Docg potrebbe essere anche la quota limite, come annunciato al settimanale Tre Bicchieri del Gambero Rosso a dicembre scorso.
Andamento in controtendenza
Ugo Zamperoni, presidente del Consorzio di tutela (che riunisce 430 viticoltori su un territorio vitato da 2.200 ettari), non ha dubbi. L'andamento positivo, in controtendenza rispetto a quanto sta accadendo per la maggior parte dei vini italiani, si spiega con due fattori: «La volontà e la capacità dei nostri produttori di fare della grande qualità e il disporre di un’identità territoriale molto forte. Oggi, per i consumatori, le nostre bollicine sono indissolubilmente legate alla bellezza del nostro paesaggio e sono testimoni del suo patrimonio di cultura e di sapere agricolo».
Verso lo sblocco della riserva vendemmiale
Alla luce di questi risultati, il Consorzio potrebbe scegliere una misura espansiva sul mercato. Secondo l'ente di tutela, il futuro dell'Asolo Prosecco è roseo e la denominazione non teme distorsioni del mercato: «Se la domanda continuasse a crescere – spiega il presidente Zamperoni – l’utilizzo della riserva vendemmiale, misura approvata dalla Regione Veneto lo scorso anno, renderebbe disponibili altri 3 milioni bottiglie, per cui la richiesta del mercato verrebbe interamente soddisfatta».