Basta l'insegna a far capire che tra queste mura (e negli spazi per le bottiglie) tira aria non proprio autoctona. La toscanità facilmente desumibile del titolare non condiziona però le scelte, imperniate non sull'appartenenza regionale ma, invece, all'ormai corposa falange dei vini a dichiarata "attenzione" ecologica e dei produttori che tendono a minimizzare l'intervento di cantina. Si spazia dunque tra i bio e i green, abbinabili a piatti che qui sì mixano radici e location, svariando dal mare pugliese alla passione antica per carni, griglia e pappe al pomodoro. Tutto è scritto in lavagna, secondo spesa del dì, e rafforzato da una divertente "lista merenda", fitta di sfizi. Simpatia e buoni consigli.