Per Vittorio Baldelli il gelato non può che avere al massimo un paio d'ore di vita affinché la fragranza dei suoi ingredienti si esprima al meglio conservandone freschezza, armonia e mantecatura che più rispettosa non si può, grazie alle lame in bronzo di macchine anni '60 governate con dedizione maniacale. Per conquistarsi l'agognato cono non c'è che da affrontare col giusto spirito la sistematica coda che procede composta nell'incognita di sold out sempre più anticipati. Una volta al banco è il patron a decidere con verve studiatissima quale gusto meglio si addica a chi, più che cliente, è un adepto devoto a sapori assoluti e consistenze rare. Oltre al celeberrimo pistacchio crudo non da meno la stracciata a bastone, la vaniglia grand cru Bora-Bora, il caramello salato al burro zangolato, l'elegante nocciola tostata, lo zabaione con Marsala riserva De Bartoli, uno straordinario cioccolato Chuao, il croccante "stacanovista" al coltello. Nulla da invidiare hanno i sorbetti: mandorla cruda dalla Valle di Noto, mandarino delle Eolie, gelso, cachi vaniglia. Impeccabili le granite, alla ricotta di pecora o alle fragoline di bosco o al cioccolato, guarnite con un ciuffo di panna montata a mano (offerta gratis a tutti). Chiusura stagionale.