Il giorno prima preparare la pastella per friggere e il gelato, la maionese e la cialda di alghe.
PER IL GELATO DI ALGA
Mettere le alghe a bagno in acqua fredda per qualche minuto, scolarle e frullarle con la panna, il sale e lo zucchero. Porre il composto nella gelatiera oppure in freezer in un contenitore basso (in tal caso il gelato andrà mescolato ogni tanto per evitare la formazione di cristalli di ghiaccio e dovrà essere mantecato in un mixer al momento dell’utilizzo).
PER LA MAIONESE DI ALGA
Mettere le alghe a bagno in acqua fredda per qualche minuto, scolarle e frullarle con un pizzico di sale, l’aceto di riso, e i semi di sesamo. Versare l’olio a filo fino ad ottenere la consistenza di una maionese. Porre in un vasetto di vetro, coprire d’olio e conservare in frigorifero.
PER LA CIALDA DI ALGA
Tritare le alghe secche con il sesamo, unire lo zucchero e il miele e mescolare. Versare piccole cucchiaiate di composto su una teglia rivestita di carta forno e passare in forno caldo per 10 minuti, fino ad ottenere delle cialdine croccanti.
PER LA PASTELLA DI CHAMPAGNE
Sciogliere il lievito con un po’ d’acqua, unire la farina e il resto dell’acqua continuando a mescolare per ottenere un composto liscio e senza grumi. Coprire con pellicola trasparente e conservare in frigorifero tutta la notte.
PER LE OSTRICHE FRITTE
Aprire le ostriche conservando un po’ del loro liquido e il guscio che, accuratamente pulito e asciugato, servirà da contenitore per servire. Togliere la pastella dal frigo e unirvi il liquido delle ostriche e lo Champagne ben freddo. Nel frattempo scaldare l’olio per la frittura. Immergere le ostriche, una alla volta, nella pastella e tuffarle nell’olio caldo. Scolarle e asciugarle su un foglio di carta da fritti.
Servire immediatamente accompagnando con una pallina di gelato, qualche goccia di maionese e una cialdina di alga nori.
A Capodanno le ostriche non devono mancare mai e men che meno si può far torto al più classico degli abbinamenti, quello con lo Champagne. Mi piace però “mischiare le carte” e proporre questa versione, forse meno elegante ma davvero stuzzicante. La pastella utilizzata viene in realtà da una ricetta popolare e poverissima, quella delle pettole pugliesi (umile pasta di acqua e farina lievitata e fritta che si mangia durante le tre vigilie di dicembre: Immacolata, Natale e San Silvestro). L’uso dell’alga
può sembrare un’intrusione esotica e modaiola specie se dico che l’ho scelta per “aumentare la percezione di iodio dell’ostrica”; anche questo invece
è un cibo povero e popolare ancora ingiustamente poco usato ma gustoso e di buon impatto benefico sull’organismo (un toccasana per la cellulite!).
A me poi personalmente ostriche e alghe più che raffinati locali alla moda, ricordano i mari selvaggi salentini o bretoni.