Aspettando la 50 Best
World's 50 Best Restaurants 2018, coming soon. Ancora una volta si avvicina il momento di scoprire come si pronuncerà la classifica (by William Drew) più mondana e charmant nel panorama dei premi dedicati alla ristorazione internazionale. L'appuntamento è a Bilbao, nella prima serata di martedì 19 giugno, quando la capitale dei Paesi Baschi si prepara ad accogliere gli chef più influenti del mondo riuniti per conoscere la propria posizione nella Top 50: chi alzerà quest'anno lo scettro che Massimo Bottura ha dovuto cedere sul palco di Melbourne alla coppia d'oro di New York, Daniel Humm e Will Guidara? Scalerà nuove posizioni il Reale di Niko Romito balzato nel 2017 in 43esima posizione? Quali rotte gastronomiche, a patto che si staglino all'orizzonte nuovi protagonisti e Paesi emergenti, disegneranno le posizioni più alte della classifica?
51-100, i primi tra gli “esclusi”
Per ora, a una settimana dalla cerimonia ufficiale, dobbiamo accontentarci della consueta anteprima sui piazzamenti dal numero 100 al 51, che come sempre, tra le righe, suggerisce i primi pronostici. E anche qualche amara sorpresa: che fine ha fatto, per esempio, il Combal.Zero di Davide Scabin? Nel 2017 era uscito dalla top 50, piazzandosi al numero 59. Stavolta il suo nome non c'è, neppure nella parte bassa della lista: che possa aver nuovamente rosicchiato qualche posizione a salire? E se invece lo chef piemontese dovesse accontentarsi di un nulla di fatto? Non ci sono dubbi, intanto, sulla cattiva stella di un altro italiano: Christian Puglisi, e il suo Relae di Copenaghen scendono dalla posizione 39 alla 71 (ma la capitale danese vede l'ingresso in top 100 di 108, nato sulle ceneri del vecchio Noma, mentre il nuovo Noma, aperto all'inizio del 2018, salterà il giro anche quest'anno), mentre si muove ancora tra la 51 e la 100 Umberto Bombana, comunque in calo netto con il suo 8 ½ di Hong Kong, dalla 60 alla 93 (riscende, di fatto, alla posizione 2016).
Lasciata da parte l'Italia, che comunque dovrebbe fare affidamento, oltre che sull'Osteria Francescana, sui fratelli Alajmo (Le Calandre), Enrico Crippa (Piazza Duomo) e Niko Romito (Reale), sono altre le dinamiche da studiare.
Chi sale. New entry e ritorni
Per esempio il bel risultato della new entry che si aggiudica il miglior piazzamento e ci porta a Bangkok, anche se per celebrare una cucina di ispirazione tedesca: Suhring debutta direttamente al numero 54. Bel piazzamento anche per Frantzen, da Stoccolma, ugualmente al debutto al numero 65). La Gran Bretagna, invece, spera nel salto di qualità di Lyle's, insegna londinese del giovane James Lowe, nel 2017 al numero 54 e al momento sparito dai radar; sempre per l'Inghilterra, si riaffaccia in classifica il Fat Duck di Heston Blumenthal, fermo però al 74 con la sua insegna storica, mentre confermata dovrebbe essere la presenza in top 50 del suo indirizzo più smart (Dinner a Londra). L'altra significativa scalata ci porta dall'altra parte del mondo, per scoprire l'ottimo stato di forma (almeno a detta dei giurati interpellati) di Florilege, insegna filofrancese di Tokyo, dal 99 al 59 nel giro di un anno.
SingleThread: un indirizzo da tenere d'occhio
Dagli Stati Uniti l'esordio di Le Coucou di New York (85) e di SingleThread (91), dalla California di Healdsburg, che si aggiudica pure il premio One to Watch (un indirizzo da tenere d'occhio), che l'anno scorso ha portato fortuna al trio del Disfrutar: il ristorante di Barcellona, l'anno scorso al numero 55, con molta probabilità si appresta a esordire tra pochi giorni nell'Olimpo della top 50, rafforzando la presenza spagnola nella parte alta della classifica. Prima apparizione in top 100 per la Colombia di Leonor Espinosa, al numero 99 con Leo (Bogotà). Poco più su, al 95, debutta anche il chiacchierato Enigma di Albert e Ferran Adrià, mentre a difendere l'orgoglio spagnolo esordisce anche Elkano (77), che gioca in casa tra i vicoli di Getaria, nei Paesi Baschi. Diversi sono anche i nomi in uscita dalla top 50 che ritroviamo ai piani bassi della classifica. Questo significa che ci saranno da registrare molte novità anche in ascesa: con molta probabilità, per esempio, l'insegna londinese di Clare Smyth, Best Female chef 2018, che dovrebbe esordire in top 50 con Core, a nemmeno un anno dal debutto solista. Comincia il conto alla rovescia.
Tutta la lista dalla 51 alla 100
a cura di Livia Montagnoli