Whole Foods
Cibo biologico, materie prime ricercate e la recente iniziativa di una serra integrata nel punto vendita di Brooklyn, per permettere la vendita di prodotti che siano davvero a metri zero. Un concetto innovativo di store alimentare, un modello che qui in Italia ha tardato ad arrivare e che, probabilmente, non siamo ancora riusciti a realizzare del tutto, che è oggi sinonimo di garanzia e tracciabilità. Oltre che di stile.
Gli scandali
Il tutto però non è stato mai esente da polemiche che, nell'ultimo anno, sono via via aumentate. Nella Grande Mela, prodotti sovraprezzati “accidentalmente” sono stati messi in commercio nel mese di luglio 2015. Ci sono state poi le bottiglie d'acqua naturale contenenti asparagi vendute a 5 dollari e 99 in un punto vendita vicino Los Angeles. Con tanto di coda polemica da parte del quotidiano The Independente inevitabili dibattiti sui social network. E oggi eccoci di fronte ad un nuovo errore sulle etichettature.
Cibo preconfezionato a prezzi da urlo
Ci troviamo di fronte ad un altro “incidente” di sovrapprezzo, ancora una volta in un negozio di New York. Questa volta il problema sembra derivare dalla pesatura di alcuni prodotti preconfezionati. A scoprire l'errore i funzionari incaricati della città che hanno provato 80 diverse confezioni e scoperto che tutte le etichette riportavano un peso sbagliato. I consumatori si sono ritrovati a pagare $14,84 per un pacco di gamberetti al cocco da 227 grammi. “Il peggior caso di errata etichettatura mai visto in tutta la mia carriera”, così Julie Menin, Commissario delle politiche dei consumatori di New York, ha commentato l'accaduto. “Che si tratti di una cantina nel Bronx o di una drogheria nazionale nel cuore di Manhattan, noi crediamo che ogni business debba trattare i propri clienti correttamente, e con questo presupposto speriamo che Whole Foods si rimetta in carreggiata e dia un servizio migliore ai suoi consumatori”.
A seguito dello scandalo, la catena ha promesso di impegnarsi ad effettuare un training migliore per tutto lo staff. Il prezzo da pagare per lo sbaglio è di mezzo milione di dollari che finiranno nelle casse della città di New York. E d'ora in avanti Whole Foods resterà sotto osservazione con verifiche ogni tre mesi sulle pesature. Inoltre, verranno portate avanti delle verifiche trimestrali da parte dei responsabili di settore per assicurarsi che tutte le pesature siano esatte. Al di là di tutto una storia che ci permette di parlare nuovamente, seppur non proprio in chiave positiva, di Whole Foods: un modello di retail alimentare tutto da studiare per chi si appassiona, lavora e si interessa alle evoluzioni del mercato del cibo a livello internazionale.
a cura di Michela Becchi