Il primo fast food della storia ha inventato i mitici hamburger quadrati

19 Mar 2025, 11:53 | a cura di
Da piccolo chiosco a icona della cultura pop: la storia dei mini-burger che hanno siglato l’invenzione del fast food

La più antica catena di diners è la A&W Restaurants, fondata nel 1919 da Roy Allen e Frank Wright, inventori della bevanda analcolica root beer. Il loro esempio venne seguito nel 1921 da altri due imprenditori staunitensi con un'idea geniale. In un'America ancora segnata dagli strascichi della Prima Guerra Mondiale, con White Castle, nasceva una rivoluzione gastronomica. Grazie ai suoi piccoli hamburger quadrati cotti su un letto di cipolle, non solo s'inaugurava il concetto di fast food, ma cambiava per sempre il modo in cui il popolo statunitense mangiava fuori casa. Un'intuizione semplice che ha anticipato di decenni il successo dei giganti del fast food, distinguendosi per l'uso di pubblicità e buoni sconto, e una filosofia diametralmente opposta al franchising.

Anderson e Ingram, fondatori White Castle

Il primo fast food della storia

Edgar Waldo "Billy" Ingram era un assicuratore e agente immobiliare del Colorado. Walter Anderson era un cuoco di Wichita, Kansas che dal 1916 gestiva chioschi dove si servivano pasti veloci, e che apriva la sua prima tavola calda (diner) in un vecchio tram convertito. Dopo l'apertura di altri due locali, Anderson incontra Ingram, e insieme fondano White Castle nel 1921 con un investimento di 700 dollari e un'idea astuta: creare dei mini-hamburger quadrati da 5 centesimi, da vendere "al sacco". Quando Ingram e Anderson aprono il primo locale a Wichita, l'industria della carne non godeva di buona reputazione. Il romanzo di Upton Sinclair, The Jungle (1906), aveva svelato le condizioni igieniche disastrose dei mattatoi di Chicago, generando diffidenza tra i consumatori. Ingram e Anderson capirono che la chiave del successo non era solo la velocità di servizio e la qualità della carne, ma anche l'immagine di pulizia. Ecco perché scelsero il nome "White Castle": bianco come la purezza, forte come una roccaforte di affidabilità. I ristoranti erano caratterizzati da edifici imbiancati ispirati alla Chicago Water Tower, con interni in acciaio inossidabile e personale in uniforme candida, cappellino di carta e cravattino nero.
I loro hamburger, soprattutto, erano diversi: piccoli, quadrati e con cinque fori per garantire una cottura rapida ed uniforme. Non venivano grigliati, bensì cotti al vapore su un letto di cipolle, senza mai essere girati. Il panino, anch'esso quadrato e a misura era solo arricchito da una singola fetta di cetriolino sorttaceto, e servito insieme ad anelli di cipolla fritti e patatine crinkle fries tagliate a zigzag. Una formula semplice, accessibile e riproducibile, perfetta per creare un format replicabile su larga scala. Nel 1933 Walter Anderson vende le sue quote a Ingram, che l'anno successivo trasferisce la sede centrale a Columbus, in Ohio. Il ruolo di Anderson è stato cruciale nella fondazione e nello sviluppo iniziale dell'azienda, perché era sua l'idea del formato piccolo e quadrato.

Cosa è lo "slider"?

Il termine "slider" è comunemente associato ai piccoli hamburger serviti proprio da White Castle. Tuttavia, l'origine esatta del termine è incerta. Secondo lo storico culinario George Motz, esistono due possibili spiegazioni.​ La prima suggerisce che, grazie alle loro dimensioni ridotte, questi hamburger "scivolavano" facilmente in bocca, rendendo il consumo rapido e semplice.​ La seconda ipotesi si basa sulla pratica nei ristoranti White Castle durante particolari periodi dell'anno, dove il personale faceva scivolare gli hamburger su un piatto di ceramica lungo il bancone per servirli ai clienti, rifacendosi al verbo "to slide".​ Una terza teoria attribuisce l'origine del termine ai marinai della Marina degli Stati Uniti che chiamavano "sliders" gli hamburger piccoli e grassi che potevano facilmente scivolare sui tavoli delle mense durante la navigazione. ​

cottura sliders al vapore
Per quanto riguarda la forma quadrata degli slider di White Castle, questa scelta del cuoco-fondatore Anderson era funzionale all'efficienza operativa. Le polpette quadrate potevano essere allineate perfettamente sulla piastra a vapore, ottimizzando lo spazio e garantendo una cottura uniforme. Inoltre, la forma quadrata facilitava la produzione in serie e la standardizzazione del prodotto, elementi chiave per il modello di business di White Castle. Fu poi l'intuizione di un dipendente di praticare i fori nelle polpette. Nel 1954, Earl Howell addetto alla cottura nella sede di Cincinnati, suggerì un'idea per migliorare la rapidità del servizio: praticare 5 fori negli hamburger per accelerarne la cottura. In quel periodo, la domanda era in forte crescita e i ristoranti facevano fatica a gestire l'afflusso di clienti. Dopo alcuni test, White Castle adottò ufficialmente la tecnica, dimostratasi efficace. Entro la fine dell'anno, tutti gli hamburger di White Castle negli Stati Uniti avevano cinque fori, e Howell entrò nella Hall of Fame dei dipendenti.
Nel 2014, la rivista Time dichiara l'iconico Original Slider di White Castle "l'hamburger più influente di tutti i tempi". Nel 2019 Thrillist nomina l'Impossible Slider di White Castle il "Miglior hamburger da fast food a base vegetale".

La nascita di un modello industriale

White Castle non si è limitato a vendere i suoi curiosi mini-hamburger: ha inventato un sistema. Ogni dettaglio era studiato per ottimizzare tempi e costi: dalle divise dei dipendenti alla standardizzazione delle ricette, fino alla prefabbricazione dei ristoranti. Questa logica ha ispirato i modelli di franchising decenni dopo, anche se White Castle ha sempre scelto di restare un'azienda a conduzione familiare, senza mai cedere alla tentazione di vendere licenze in franchising.
Un altro aspetto innovativo è stato l'approccio pubblicitario: negli anni Trenta, White Castle ha iniziato a distribuire coupon per cinque hamburger a dieci centesimi, contribuendo a diffondere l'abitudine del consumo veloce. Negli anni Cinquanta, mentre McDonald's e Burger King iniziavano la loro espansione su scala nazionale, White Castle rimaneva fedele ai suoi principi, senza mai cedere alla produzione di massa spersonalizzata.

Impegno sociale e differenze con gli altri fast food

Sebbene White Castle non ha mai raggiunto i numeri di McDonald's, ha sempre mantenuto una filosofia aziendale più etica. In un'epoca in cui i lavoratori del fast food sono tutt'ora trattati come manodopera usa e getta, White Castle da sempre offriva salari più equi e promozioni interne, con una ben delineata politica di inclusione e diversità. Ancora oggi, molti manager provengono dai ranghi più bassi dell'azienda, un concetto alieno alla cultura del colosso dagli "archi dorati".
Il contrasto con la storia del gigante del fast food è evidente. Se White Castle si fondava su un'idea di integrità, McDonald's è cresciuta su una vicenda di tradimento. I fratelli McDonald, che avevano creato il loro sistema di ristorazione veloce, furono infatti estromessi da Ray Kroc, che ha "cannibalizzato" l'azienda trasformando il loro sogno in un impero, ma a prezzo della loro esclusione. White Castle, invece, ha sempre mantenuto il controllo del proprio destino, rinunciando forse a una crescita esponenziale, ma restando fedele ai propri valori originali.
Oggi White Castle, gestito dalla quarta generazione di Ingram, è una presenza di nicchia nel mondo dei fast food, con circa 340 ristoranti, lontano dai numeri astronomici dei giganti del settore. Le box con dozzine di sliders si trovano anche nel banco freezer dei supermercato. Eppure, il nome White Castle evoca ancora un senso di autenticità e nostalgia. È stato immortalato nel cinema e nella cultura pop (resta mitico il "cammeo" ne La Febbre del Sabato Sera), simbolo di un'America più semplice, dove un hamburger da pochi centesimi poteva ancora essere un'esperienza sincera.
Forse è proprio questo il segreto dell'azienda nata più di un secolo fa: non ha mai cercato di essere altro che se stessa. Un piccolo castello bianco nel cuore della nazione, dove la storia del fast food ha avuto inizio e dove, ancora oggi, tra il profumo di cipolle caramellate e il ronzio del neon, si può assaporare un pezzo di storia americana.

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram