Viviana Varese lascia Eataly Smeraldo dopo dieci anni, l'ultimo servizio di ViVa sarà il 20 aprile, poi ciao e amici come prima. La comunicazione è affidata a uno scarno comunicato congiunto della società fondata da Oscar Farinetti e della chef salernitana nel quale si dà conto della conclusione di una collaborazione “durata oltre dieci anni” con formule di rito improntate al rispetto reciproco.
Al divorzio ha contribuito il fatto che Varese ha negli ultimi anni lanciato tanti nuovi progetti imprenditoriali, alcuni dei quali si concretizzeranno in primavera, e ha preferito abbandonare il format di ViVa, sempre più stretto per le sue ambizioni e la sua voglia di esprimersi.
Del resto il gruppo Eataly ha bisogno di avere nei suoi spazi ristorativi chef pienamente concentrati sul ristorante e che abbiano la stessa visione. Per questo Varese ha preferito lasciare liberi gli spazi al secondo piano del grande store in piazza XXV Aprile. Insomma, un divorzio consensuale e apparentemente sereno che potrebbe fare bene a entrambi.
Tutti e due, Eataly e Varese, vedono il bicchiere mezzo pieno, e che non sia un momento di dolore ma di sollievo traspare dalle loro parole: «Eataly Smeraldo - commenta Andrea Cipolloni, CEO Group Eataly - è stata la casa di Viviana per tanti anni e la conclusione di questo percorso sarebbe motivo di dolore se non fosse il preludio di una nuova fase per Eataly. Vogliamo dare ai nostri clienti ancora più opportunità di vivere a tutto tondo il flagship milanese e per questo abbiamo in mente alcune importanti trasformazioni che integreranno nuovi progetti all’interno dello store». Da parte sua Varese ringrazia Eataly «per la fiducia e l’ottima collaborazione di questi anni. In particolare, ringrazio Oscar Farinetti, che sin da subito ha riconosciuto in me talento e passione, ma anche Andrea Cipolloni con il quale si è instaurato un bellissimo feeling. Sono stati anni indimenticabili; ora è tempo di dare vita ai nuovi sogni che ho nel cassetto».
Varese era arrivata a Eataly Smeraldo con l’insegna Alice, già stellata, all’epoca del suo sodalizio con Sandra Ciciriello, grande donna di sala. La successiva separazione aveva portato a un cambio di insegna e alla nascita sempre negli spazi dell’ex teatro di ViVa, un progetto più personale per il quale non a caso aveva voluto usare le sue iniziali. ViVa ha conservato per tutti gli ultimi dieci anni il “macaron” della Michelin grazie alla cucina inventiva e ironica della chef, che a me negli ultimi tempi era apparsa particolarmente in forma. E’ vero però che nel mondo Varese negli ultimi tempi erano apparsi molti altri outlet che ne avevano spostato attenzioni e tempi. Tra essi il progetto milanese (in via Melzo) di Spica con la chef indiana Ritu Dalmia, recentemente trasformato in Polpo, una trattoria di mare affidata alle mani di Valentina Gaeta. Poi sempre a Milano la gelateria Io Sono Viva, in collaborazione con il centro anti-violenza sulle donne Cadmi. Ma è la Sicilia il vero grande sogno di Viviana, che in Val di Noto ha aperto il country restaurant W Villadorata e il relativo bistrot sviluppando particolarmente il legame con la terra e con in suoi prodotti.