La Gran Bretagna si sta sempre più rivelando come la regione vinicola in più rapida crescita al mondo. Uno sviluppo alimentato sia dall'impatto dei cambiamenti climatici che stanno spostando sempre più a nord le produzioni, ma anche dalle caratteristiche dei terreni locali adatti alla produzione sia di vini fermi che di spumanti. Oggi nel Paese si contano oltre 890 vigneti e più di 195 aziende vinicole e la superficie vitata nel Regno Unito è quadruplicata dal 2000. In un recente articolo il Guardian ha analizzato chi sono alcuni dei protagonisti dietro a questo vero e proprio boom di aziende vitivinicole: i cosiddetti "City high-flyers" ovvero professionisti di alto livello che, in questo caso, una volta raggiunta l'età pensionabile scelgono di ritirarsi in campagna aprendo aziende agricole.
Una produzione esplosa grazie ai boomer
Secondo il quotidiano inglese molti stanno paragonando la Gran Bretagna alla California degli anni Settanta, visti anche i numeri che nell'ultimo anno hanno raggiunto le 12 milioni di bottiglie prodotte e l'aumento del 75% della superficie vitata negli ultimi 5 anni. Numeri in costante crescita che stanno attirando sempre di più l'attenzione di grandi gruppi vitivinicoli, ma anche di piccoli e aspiranti produttori. Come dichiarato al Guardian da Will Banham, responsabile della viticoltura e socio della società immobiliare Knight Frank, c'è stato un boom nel numero di piccoli viticoltori, spinti da lavoratori di successo della City che vanno in pensione anticipata per provare qualcosa di nuovo. I nuovi viticoltori vanno quindi identificati in professionisti altamente specializzati (come per esempio gestori di hedge fund, avvocati e giuristi aziendali) che hanno lasciato il loro lavoro nella City, e che hanno acquistato terreni solitamente di proprietà di piccoli proprietari di vigneti o di agricoltori che desiderano vendere appezzamenti inutilizzati. Come dichiarato dallo stesso Banham questi ex impiegati «Vogliono tutti trovare qualcosa di nuovo in cui mettere i denti», spiegando che la maggior parte di loro è alla ricerca di appezzamenti di terra di dimensioni che vanno dai 4 ai 12 ettari.
L'interesse verso la produzione al nord
Con la minaccia del caldo estremo molte storiche realtà vitivinicole europee cominciano a guardarsi intorno e stanno identificando sempre di più il Regno Unito come un'ottima fonte di investimento per la produzione dei vini del prossimo futuro, in particolare le bollicine. Abbiamo già parlato di blasonate maison di Champagne come Taittinger e Vraken-Pommery che stanno acquistando ettari di terreno per produrre bollicine nelle regioni a sud del Regno Unito. A queste si aggiungono aziende come Symington Family Estates, uno dei principali produttori di vino portoghesi, che ha acquistato per 22 milioni di sterline Hambledon, il più antico vigneto commerciale d'Inghilterra risalente al 1952.
Quanto costa essere viticoltore made in Uk
I terreni inglesi idonei alla viticoltura sono prevalentemente di natura calcarea e si aggirano su prezzi che vanno dalle 16mila alle 25mila sterline per acro (circa 0,4 ettari), mentre se si opta per un terreno dove è già presente il vigneto il prezzo può salire anche fino a 40mila sterline. Altra questione i prezzi per la piantumazione delle viti e i costi di tralicci, recinzioni e impianto per l'irrigazione, che complessivamente possono arrivare a circa 15mila sterline. Una serie di costi fissi che non permetteranno ai piccoli produttori di vendere vino all'ingrosso, tanto che alcuni imprenditori, nella fase di acquisto dei terreni già preventivano di aprire un bar o un ristorante nel vigneto, organizzare visite guidate e vendere direttamente ai consumatori.