Dove va e dove andrà il Sagrantino? A questa domanda ha provato arispondere la 35esima edizionedi Enologica Montefalco, manifestazione che quest’anno ha chiuso con 5 mila presenze (4500 bottiglie stappate) e 27 cantine partecipanti sulle 55 aderenti al Consorzio presieduto da Amilcare Pambuffetti (Scacciadiavoli).
La denominazione umbra sta lavorando su due fronti: quello interno con l’obiettivo di portare sul territorio un crescente numero di italiani e stranieri (le ultime rilevazioni su Montefalco parlano di un +6% di arrivi e +3,4% dipresenze sul 2013); e quello estero, dove finisce il 45% dei 2,8 milioni di bottiglie annue prodotte, grazie a specifiche azioni nei mercati principali di Germania e Usa, sfruttando le risorse del Psr regionale (l’Umbria ha avuto assegnati 792 milioni).
Sul mercato, i segnali di un miglioramento ci sono: gli imbottigliamenti del 2013 sono cresciuti del 21,5% per il Sagrantino Docg e del 17% per il Montefalco. Un livello lontano dai volumi record del triennio 2006-2008 (vedi grafico) “ma oggi” come spiega Pambuffetti“l’imbottigliato coincide col venduto”. Resta da lavorare sui prezzi in GDO, dove ancora si vedono dei sottocosto eccessivi; tuttavia, oggi, la filiera appare più matura e attenta a presentarsi con prodotti eleganti e di qualità.
Sul fronte del disciplinare, il Consorzio ha previsto l’ingresso dei bianchi Grechetto e Trebbiano spoletino; l’assemblea dovrà anche votare l’obbligo dell’imbottigliamento in zona.
Nel frattempo, le cantine guardano dritte a Expo 2015. Da Caprai a Colle Ciocco, da Perticaia a Còlpetrone e Castelbuono c’è la consapevolezza di trovarsi di fronte un’opportunità immancabile. “È una grande olimpiade che durerà sei mesi”, osserva Marco Caprai. “La forza del territorio” auspica Marco Castignani (Colpetrone) “dipenderà dall’unione tra i produttori”.
A cura di Gianluca Atzeni