Torniamo a parlare di Russia. Una Russia che in tema vino continua a fare notizia per l'organizzazione che si sta dando come Paese produttore. Vediamo cosa cambia in base alle recente disposizioni. Prima di tutto il Rosalkogolregulirovanie, l'Ente Federale Russo per il controllo dei prodotti alcolici ha fatto sapere che si prevede di modificare gli atti legislativi per includere vini e spumanti tra gli alcolici i cui prezzi sono soggetti al controllo legislativo e quindi introdurre i prezzi minimi consentiti così come avviene già con la vodka. L'obiettivo è incentivare la competitività anche del settore vino ed evitare che vino di bassa qualità a prezzi troppo bassi finisca sul mercato.
Ma non basta. Sulla stessa lunghezza d'onda il piano che prevede il riconoscimento della denominazione d'origine, una sorta di Doc, per intenderci, sul modello europeo che leghi il vino ad un territorio specifico. Territori russo chiaramente, o zone limitrofe: vedi Crimea. Ed entro dicembre si prevede anche l'approvazione da parte della Duma (Camera Bassa del Parlamento russo) di una legge che agevoli burocraticamente la produzione.
Sul piano acquisti, si potrebbe superare la fase di divieto delle vendite online: il Governo sta pensando di autorizzare la vendita di vino in rete, ristretta ad un numero limitato di autorizzati, solo lì dove il pagamento avvenga con carta di credito. In questo modo, fanno sapere, si avrebbe un controllo sia sull'orario – niente vendita in notturna – sia sull'età del consumatore – le carte di credito non vengono rilasciate ai minori. E cosa ne sarà del vino europeo? Al momento tutto sotto controllo, pare. In tal senso appaiono incoraggianti le parole del vice premier Olga Golodets: “È vero che dedichiamo molta attenzione al sostegno dei produttori locali, però la questione relativa all’eventuale blocco delle importazioni non è mai stata sollevata”.
A cura di Loredana Sottile