Non è certo una denominazione che viaggia veloce come altre Dop italiane, ma non è neppure in affanno. Dopo anni turbolenti e complicati, il Frascati, coi suoi 13 milioni di bottiglie (per l'80% vendute all'estero), oggi naviga in acque più tranquille. A guardare i numeri, il trend dei prezzi lascia soddisfatto il presidente del Consorzio, Mauro De Angelis: "L'asticella del valore minimo si è alzata a circa 1,70 euro, rispetto a un anno fa in cui si andava intorno a una media di 1,20 euro a bottiglia. È chiaro che questo rialzo si deve sia a un miglioramento qualitativo sia al minore quantitativo di vino a disposizione sul mercato".
Anche i prezzi delle uve sono in ripresa: il valore minimo di 45 euro più iva indicato dal Consorzio è stato superato: "Siamo più vicini ai 50 euro al quintale". Altro segnale da rilevare è che la fortissima erosione del vigneto, che ha caratterizzato gli anni scorsi, sembra essersi arrestata: la superficie complessiva è oggi di circa mille ettari.
Sul fronte produttivo, i dati vendemmiali dell'annata 2014 non sono ancora disponibili, ma le prime stime del Consorzio indicano una crescita del 10%, per un quantitativo che dovrebbe attestarsi tra 85 mila e 90 mila ettolitri. "È quello che ci serve", dice De Angelis, che fa notare la crescita degli imbottigliamenti a favore della Docg, passata da 12 mila a 15 mila ettolitri. "Stiamo ottenendo quell'effetto verticalizzazione che era auspicato inizialmente. E, in questo, un importante contributo ci arriva dall'enoturismo, su cui stanno lavorando le nostre trenta aziende associate". Aspetto da non sottovalutare: la politica dei controlli a garanzia della qualità: "La tracciabilità è la nostra unica arma sul mercato. Lo è soprattutto per i viticoltori" conclude il presidente De Angelis "che possono così operare nella logica dell'affermazione del territorio".
a cura di Gianluca Atzeni