“Lo spazio del vino biologico e biodinamico in Piemonte è in continua crescita. Lo dicono le cifre, che dal 2010 al 2016 hanno visto estensioni più che triplicate, con un’incidenza del 7% del vino biologico sul totale”. Le parole dell’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero sintetizzano una tendenza che non è legata solo al Piemonte, ma è ormai una realtà importante a livello nazionale e internazionale. Dati che saranno analizzati e approfonditi il 19 e 20 maggio ad Asti, nel corso di Vinissage, la rassegna dedicata ai vini biologici che vedrà riuniti un’ottantina di produttori da tutta Italia, con oltre 250 vini in degustazione, convegni di approfondimento e cene con i produttori bio nei ristoranti. A far da cornice alla manifestazione saranno i palazzi del centro storico recentemente restaurati: Palazzo Alfieri, Palazzo Michelerio e Palazzo Ottolenghi.
Proprio Palazzo Ottolenghi ospiterà sabato 19 maggio, alle ore 10, un workshop organizzato dal Comune di Asti e dall’Associazione Nazionale Città del Bio presieduta da Antonio Ferrentino sull’analisi dei dati del vino biologico. Sono numeri da record con un prodotto sempre più apprezzato, soprattutto a livello internazionale. Stiamo parlando di crescite a tripla cifra nel periodo 2004-2015 in Europa (+295%) e nel Mondo (+ 280%) (dati Wine Monitor Nomisma). All’interno di questo scenario, l’Europa detiene primati sia per la maggior superficie vitata bio del mondo sia per l’incidenza delle superfici vitate bio sul totale (nel 2015 si è superato il 7% a fronte di una quota mondiale che non arriva al 5%).
Il biologico in Italia
E l’Italia come si confronta con questo scenario in rapida crescita? Con posizioni da podio, visti gli 83mila ettari di vigneto coltivati con metodo biologico (11,9% del totale, dato 2015). La Sicilia è leader superando abbondantemente i 30mila ettari, seguono Toscana, Puglia, Marche, Veneto, Abruzzo. In Piemonte si è passati da 900 ettari bio coltivati nel 2010 ai 2845 ettari del 2016, che significa il 7% del totale, come segnalato dall’assessore Ferrero. E, fenomeno non trascurabile, ad essere protagoniste delle riconversioni sono aziende e nomi fra i più prestigiosi della vitivinicoltura piemontese.
A cosa è dovuta questa tendenza? Certo a una maggiore sensibilità rispetto ai valori ambientali degli operatori del settore, ma anche a precise tendenze di mercato. Il vino biologico made in Italy gode di un’ottima reputazione oltre i confini nazionali. La maggior parte delle vendite si registra infatti sui più esigenti mercati esteri (Usa, Giappone, Germania, Gran Bretagna). Secondo un’indagine, per il 42% dei consumatori inglesi e per il 40% di quelli tedeschi, i vini bio italiani hanno qualità mediamente superiore rispetto a quelli di altri paesi.
Fra gli appuntamenti più interessanti nel programma di Vinissage c’è quello di sabato 19, ore 16,30 a Palazzo Alfieri: “Degustazione internazionale: viaggio fra Francia, Georgia, Grecia, Spagna e Libano guidata da Alberto Farinasso di “Triple A”. Un’apertura oltre confine per una rassegna che, giunta alla dodicesima edizione, ambisce a ritagliarsi una dimensione internazionale.
Per consultare il programma: https://vinissage.jimdo.com/
a cura di Dario Bragaglia