«L'ipotesi da cui siamo partiti, quando abbiamo deciso di iniziare l'avventura del Vecchio Consorzio 1953, è che per contribuire a salvare la viticoltura piacentina avremmo dovuto riconoscere ai titolari di quelle aziende agricole che conferiscono uva e non imbottigliano in proprio un prezzo maggiore» racconta Massimiliano Croci, 44 anni, contadino e vignaiolo a Castell'Arquato (PC). Alla vigilia del 2025, dopo la terza vendemmia, la realtà che ha fondato insieme all'amico e socio Pietro Gazzola, di tre anni più grande, sembra iniziare a rispondere ai problemi del territorio, su tutti l’emorragia che nei primi vent'anni del Duemila ha portato i colli piacentini a perdere quasi un terzo della superficie vitata, circa duemila ettari su 6.900. “Solo negli ultimi cinque anni in Val d’Arda e nelle valli minori vicine abbiamo perso 141,5 ettari su 1.457”, spiegava Croci nel 2021, quando aveva iniziato a raccogliere dati e a immaginare una strategia di rigenerazione per l’agricoltura del suo territorio.
La seconda ipotesi che Croci e Gazzola hanno percorso per dar forza al loro progetto è quello di distribuire vini artigiani, a fermentazione spontanea, trasformando uve coltivate nel rispetto dell’ambiente, utilizzando solo lieviti indigeni e valorizzando la tradizione della rifermentazione in bottiglia e della macerazione sulle bucce, oltre che nella ristorazione anche nelle insegne della grande distribuzione organizzata: "Il Vecchio Consorzio 1953" nasce infatti per fare vin du négoce, cioè a trasformare le uve di terzi, coinvolgendo ogni anno nuovi conferitori.
I giovani conferitori
Nel 2022, il primo anno di produzione i due soci hanno acquistato e trasformato circa duemila quintali d’uva, coltivata su una trentina di ettari, coinvolgendo otto viticoltori. Le bottiglie prodotte sono state 160mila. Oggi i conferitori che portano l'uva nella nuova cantina (realizzata ristrutturando la sede del Consorzio agrario di Bacedasco Basso, nel comune di Vernasca, sempre in val d’Arda, che era chiusa dal 2005), sono 12 e tra loro ci sono anche alcuni giovani che hanno scelto di fare impresa in agricoltura seguendo la tradizione, segnando un piccolo passo in contrasto allo spopolamento delle colline. L'obiettivo nei prossimi anni è di sfruttare tutta la capacità produttiva della nuova cantina, arrivando a trasformare fino a 5mila quintali d'uva e a produrre ogni anno circa 500mila bottiglie.
Per coinvolgere i contadini delle valli piacentine, l'unica provincia emiliana dove l'uva è coltivata solo in collina, la leva che hanno scelto è quella del prezzo, decidendo da subito di riconoscere un prezzo fino al 80% più alto di quello di mercato abituale a livello locale a tutti i fornitori d’uva. A loro, il Vecchio Consorzio 1953 ha posto un’unica condizione: le uve dovevano essere coltivate in regime di agricoltura biologica certificata o l'azienda doveva aver avviato l’iter per la conversione, che copre un periodo di tre anni, concedendo a ognuno di loro anche una consulenza agronomica gratuita.
Le bottiglie anche nella GDO
Con queste ambizioni, la grande distribuzione è necessariamente il mercato di riferimento, tenendo insieme le competenze manageriali di Gazzola e le grandi capacità artigiane di Croci: l’intento del Vecchio Consorzio 1953 è quello di far conoscere e apprezzare il valore di un vino che non subisce interventi chimici o additivi, permettendo al consumatore di accedere a un prodotto che racconta la storia delle sue uve e della tradizione vitivinicola legata alla rifermentazione in bottiglia e alla macerazione delle uve bianche sulle bucce. Con il supporto della gdo, così, i vini del Vecchio Consorzio 1953 si inseriscono in un contesto che rende facile l'acquisto senza compromessi sulla qualità, offrendo un rapporto qualità-prezzo vantaggioso e contribuisce così a promuovere sostenibilità e autenticità, portando i vini del territorio a un pubblico più ampio, con l’ambizione di educare e ispirare anche chi si avvicina per la prima volta al mondo del vino spontaneo.
Le prime cinque etichette della linea dedicata alla grande distribuzione del Vecchio Consorzio sono uscite in commercio nel luglio del 2023 e sono oggi esposte in decine di supermercati Carrefour e Carrefour Market in tutta la Lombardia, in supermercati Conad di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio, nei quattro Ipercoop di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena.
«Piacenza svegliati»
Il messaggio che Il Vecchio Consorzio 1953 ha voluto dare a Piacenza è «svegliati, si può fare»: una zona così vocata, non può soffrire l'abbandono; i vigneti estirpati per essere trasferiti in pianura sono una sconfitta. Riassume Croci: «Dobbiamo invertire questa tendenza e, in un momento di flessione per i consumi del vino, andare a conquistare nuovi consumatori per i vini a fermentazione spontanea laddove nessuno ha mai pensato di andare. Per questo, la Gdo è diventata un alleato prezioso e i corner dedicati ai nostri vini rappresentano una sfida e allo stesso tempo un primo, grande risultato».