L'atmosfera magica dell'Avvento, tra luci colorate e leccornie, nella tradizione nordeuropea è racchiusa nei mercatini di Natale. È in queste fiere all'aperto che consumatori di tutto il mondo si concedono un goloso strappo alla regola, fra dolci tipici e bevande calde. Sidro di mele, cioccolata calda, la scelta è ampia ma gli amanti del Natale lo sanno bene: la vera star della stagione è il vin brulé.
Vin brulé, la ricetta di Ippocrate
Una ricetta millenaria che affonda le sue origini nell'Antica Roma, con il contidumparadoxum, un vino addolcito con miele, scaldato a più riprese e aromatizzato con pepe, foglie di nardo, zafferano e datteri, offerto agli ospiti a fine pasto. Nel Medioevo, invece, si beveva l'ipocras, vino arricchito con erbe officinali e consumato freddo, ma sembra che all'origine della ricetta ci sia lo zampino di Ippocrate, medico greco del V secolo a.C., anche se le prime testimonianze scritte compaiono solo alla fine del Duecento nel volume “Tractatus de modo preparandi et condiendi omnia cibaria”.
Glögg svedese: il vino cattivo addolcito con le spezie
Una pratica diffusa in tutta Europa, quella di aggiungere spezie al vino, un po' per le loro proprietà nutraceutiche (la cannella, per esempio, è ricca di antiossidanti ed è uno dei più antichi rimedi naturali per combattere raffreddore e influenza), e un po' per coprire il sapore della bevanda, al tempo di scarsa qualità e spesso rancida a causa delle cattive condizioni di trasporto e conservazione.
Per cercare di migliorarne il gusto, gli svedesi inventarono il glögg, un vino caldo speziato da consumare durante i pasti, a cui aggiunsero anche un goccio di cognac. Ancora oggi il glögg si prepara così, con vino rosso, cognac, zucchero, anice stellato, cardamomo, cannella, chiodi di garofano, zenzero, noce moscata, arancia, uva passa e mandorle.
Da vino da pasto a bevanda natalizia
È proprio con la bevanda svedese che il vino caldo inizia a essere associato al Natale. La svolta avviene alla fine dell'Ottocento, quando vinattieri e speziali decidono di portare i loro prodotti fra i banchi dei mercati, proponendoli in bottiglie dipinte a mano in occasione delle feste. Le ricette, fino ad allora custodite gelosamente, iniziano a diffondersi creando una nuova tendenza natalizia, che ben presto raggiunge anche le nazioni più lontane.
Gluhwein tedesco: tradizioni e abbinamenti
Fra le tante varianti un posto d'onore lo merita il gluhwein tedesco, a base di vino rosso, cardamomo, chiodi di garofano, alloro, cannella e scorza di agrumi. In Germania non esiste mercatino, evento o anche pranzo in famiglia nel periodo delle feste senza un bicchiere di vino caldo.
Ed è proprio in terra tedesca che questa bevanda ha avuto maggior successo: del resto, i mercatini - al secolo Mercati di San Nicola, ribattezzati Christkindlmarkt in seguito alla riforma protestante - hanno avuto origine proprio qui attorno al XV secolo, in una Dresda dell'epoca, agghindata a tema per l'occasione.
Qui, ad accompagnare il vino ci pensano i lebkuchen, dolci inventati dai monaci in Franconia nel XIII secolo, molto simili al nostro panpepato, con miele, spezie, noci e frutta candita. Ma soprattutto gli s pekulatius, biscotti alla cannella di origine fiamminga realizzati con stampi in rilievo di legno o terracotta, da gustare inzuppati in un calice di gluhwein.
Tante anche le specialità salate come i bratwurst, salsicce a base di carne di manzo o vitello, oppure le Nürnberger Rostbratwurst, salsicce di Norimberga IGP, preparate con carne suina senza cotenna e pancetta, solitamente aromatizzate con maggiorana, pepe, cerfoglio, cardamomo, zenzero e limone.
Francia e Inghilterra: vin chaud e mulled wine
Fra i più grandi mercatini d'Europa, quello di Strasburgo, con circa 300 chalet distribuiti in 12 location nel cuore della città. Fra addobbi e abeti illuminati, è impossibile resistere alla tentazione del profumo dolcemente speziato che si sprigiona dalle pentole di rame. Il vin chaud francese prevede l'aggiunta di un goccio di cognac, e viene gustato in abbinamento ai bredele, biscotti di pasta frolla di tradizione alsaziana, senza dimenticare i männele, brioche a forma di omino.
L'Inghilterra risponde con il mulled wine, insaporito con arancia, limone, cannella, noce moscata, semi di finocchio, anice stellato, chiodi di garofano, cardamomo e zenzero, disponibile in tutte le fiere natalizie. Al fianco di ogni tino di vino, nei mercati del Regno Unito non può mancare il sidro di mele caldo – molto diffuso anche in America - bevanda dolce aromatizzata con lo stesso mix di spezie, e resa ancor più golosa dall'aggiunta di miele e whisky.
Il vin brulé italiano
Anche in Italia la bevanda raccoglie da sempre i favori di tutti i consumatori. È soprattutto in Trentino-Alto Adige, una regione ricca di richiami alla cultura mitteleuropea e dalla marcata atmosfera nordica, che il vin brulé ha preso piede, divenendo il prodotto simbolo dei mercatini.
Ci siamo fatti raccontare dell'enologo Gerhard Spanin di "Caldaro Sulla Strada del Vino", la ricetta per preparare al meglio questa bevanda saporita.
La ricetta del vin brulé
Ingredienti
- 2 l di vino schiava
- 1 arancia non trattata
- 6 chiodi di garofano
- 1 stecca di cannella
- 150 g di zucchero
Inserire i chiodi di garofano nella buccia dell'arancia, unire tutti gli ingredienti e cuocere a 70° C per circa 5/10 minuti. Attenzione: non superare la temperatura indicata; il vino non va mai bollito!