"La vigna del futuro si sceglie grazie ai satelliti e l'intelligenza artificiale". Intervista ad Alessandro Satta di Terroir from Space

25 Ott 2024, 17:15 | a cura di
Nel grande fermento nelle innovazioni tecnologiche in campo agricolo, si sta affacciando una start up bergamasca che monitora, grazie a un sistema satellitare, i terreni più adatti per le vigne

Il monitoraggio dei terreni e delle aree più idonee a determinati tipi di colture passa anche per lo spazio. Ne avevamo già parlato in occasione del progetto della Nasa che cerca di controllare le patologie nelle vigne della Napa Valley. In occasione dell’evento Next Bite Roma 2024 organizzato da Eit Food, l’organizzazione pan europea che si occupa di innovazione in campo alimentare a 360 gradi, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere da vicino alcune delle start up presenti che si stanno distinguendo per l’innovazione tecnologica relativa alla previsione di problematiche agricole anche grazie all’uso di intelligenza artificiale e strumenti prima mai utilizzati. È il caso di Terroir from Space che, attraverso l’analisi satellitare dei vigneti, è in grado fare previsioni di lungo periodo sia sulla qualità dei terreni che sull’ottimizzazione varietale. Abbiamo parlato con uno dei fondatori e Ceo Alessandro Satta per capire come funziona questa nuova tecnologia.

Da quando è attiva Terroir from Space e com'è nata l'idea?

Terroir from Space è una startup nata in Italia a fine 2021. L’idea alla base del progetto è scaturita dalla passione mia e dell’altro socio fondatore Manuel Poêjo Torres per il mondo della viticoltura: essi, riconoscendo il crescente impatto dei cambiamenti climatici per il settore vitivinicolo che ne stanno causando profondi mutamenti a livello di geografia di produzione, hanno individuato tramite un attento confronto con i produttori di vino una difficoltà crescente nella gestione dei vigneti esistenti e nella creazione di nuovi impianti, attività sempre più difficile e rischiosa in contesti tradizionali e di contro in forte aumento in contesti non tradizionali, ideando quindi un servizio di identificazione di siti di impianto inutilizzati/mal sfruttati ottimali ad ospitare nuovi vigneti.

In cosa consiste il monitoraggio satellitare dei vigneti? Cosa cerca e che tipo di risposte dà il satellite?

Consiste nell’ottenimento di molteplici parametri ambientali (legati al suolo, alla topografia, a fattori meteoclimatici) dell’area in analisi grazie alla presenza di particolari sensori a bordo dei satelliti. Per un sito specifico è possibile accedere a molte immagini satellitari lungo tutto l’anno, per più anni. Questo ci permette di analizzare la “storia” del sito e capire come alcuni parametri critici per la pratica vitivinicola si comportano. Inoltre così facendo siamo in grado di escludere siti più inclini a subire gravi fenomeni quali erosione o inondazione. Questa attività è eseguita per valutare il potenziale di uno specifico terreno nell’ospitare un vigneto, valutandone il rischio di sfruttamento.

Che ruolo ha l'intelligenza artificiale nel monitoraggio?

Gioca un ruolo centrale all’interno della nostra tecnologia. Il servizio si basa su un modello che sfrutta appunto algoritmi di Machine Learning addestrati con dati satellitari allo scopo di eseguire una classificazione sulla base dei parametri in input. L’output del model è quindi una categorizzazione dei siti sulla base del loro potenziale di ospitare vigneti. Per aumentare l’efficacia del servizio, vengono integrati dati in situ che ci permettono di avere informazioni ulteriori e.g. la composizione geologica dell’area. Si sfruttano inoltre modelli climatici per ottenere andamenti a medio/lungo termine di parametri critici per la viticoltura quali, per esempio, temperature e pattern di pioggia. Questo ci serve per valutare il rischio climatico associato a uno specifico territorio.

Che differenza c'è tra l'analisi dei terreni come la intendiamo oggi e quella satellitare?

Questo tipo di approccio basato sull’analisi di dati provenienti da più fonti permette di aver una descrizione dinamica di un sito molto più completa, in contrapposizione con il tradizionale studio “analogico” di un sito. In particolare il dato satellitare è perfetto per analizzare con efficacia larghe porzioni di territorio e via via restringerne il focus. Bisogna notare come aspetti quali la composizione chimica del terreno possono solo essere ottenuti con precisione tramite un classico campionamento: le giuste attività di studio di un terreno sono quindi necessarie e complementari al nostro servizio, che va quindi a supportare strategicamente viticoltori, agronomi e consorzi vitivinicoli nel ridurre il rischio e il costo dell’investimento, che si tratti di acquisire terra e creare un nuovo impianto o anche solo di “resettare” la produzione con un espianto e una scelta di un vitigno più idoneo.

Che varietà consiglia il sistema? La banca dati comprende tutte quelle europee o è stata fatta una selezione?

A questo proposito, stiamo potenziando il modello per essere capace di inserire le varietà vitivinicole più adatte per il singolo sito identificato. Ad oggi non è ancora in grado di suggerire la singola varietà, ma fornisce un’indicazione circa un gruppo di varietà - che mostrano dal punto di vista agronomico profili fenologici simili (e simili debolezze quali per esempio l’essere soggette a specifiche malattie) - potenzialmente adatte per il contesto analizzato. Va anche sottolineato come il modello debba prendere in considerazione anche le normative del territorio in analisi. Infine, da un punto di vista puramente commerciale, l’obiettivo è quello di soddisfare l’indicazione del cliente circa un possibile stile di vino desiderato, restringendo la scelta della varietà. Da qui, si fornisce supporto sulla creazione del design del vigneto, andando a prendere decisioni che influenzano almeno i prossimi 20 anni del vigneto.

Oltre alle vigne possono essere monitorate altre colture?

Finora abbiamo mantenuto il nostro focus sulla vite, essendo la coltura d’eccellenza, particolarmente sensibile anche a piccole variazioni climatiche. Il concetto di terroir nasce intorno a questa coltura, ma noi pensiamo che possa essere esteso. Abbiamo quindi l’obiettivo di estendere il modello per operare su altre colture di valore che devono comunque fare i conti con l’adattamento ai cambiamenti climatici, in primis l’ulivo, che si sposta sempre più a nord, e quelle colture tropicali che iniziano ad affermarsi nell’area mediterranea.

Come vi finanziate?

La startup finora si è finanziata vincendo call/bandi e ottenendo dei grant. Essendo una startup con una forte componente tecnologica, siamo alla ricerca di un investimento e stiamo attivamente parlando con fondi di venture capital. L’ideale sarebbe vedere una grande azienda produttrice di vino investire in Terroir from Space, fornendo fondi e competenze verticali per affinare la soluzione e aprire le porte del mercato.

Quali sono stati i feedback dei produttori che già hanno avuto modo di sperimentare questa tecnologia?

Ad oggi abbiamo testato la nostra tecnologia con alcuni produttori in Portogallo e Italia, con feedback positivi di piccoli produttori che hanno confermato l’utilità e l’efficacia del servizio. Stiamo cercando di servire produttori operanti in territori diversi per migliorare l’accuratezza del servizio e la sua flessibilità.

Che tipo di sviluppo prevedete per nei prossimi anni?

Una volta terminata la nostra piattaforma su cui offrire in modo più strutturato sia i servizi di identificazione che di monitoraggio di vigneti, supporteremo produttori sia nelle regioni tradizionali che quelli nei nuovi contesti produttivi globali. Inoltre, come detto, estenderemo il servizio ad altre colture. Infine proporremo nuovi servizi alla clientela che potrà beneficiare del valore generato dalla nostra tecnologia, in primis le società assicurative.

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