L'ombra lunga di Omicron incombe su Natale e Capodanno: la cabina di regia fissata per il 23 dicembre lascia prevedere ulteriori zone gialle, che si aggiungono a quelle delle settimane passate, e nuove regole per i giorni di festa dopo quelle introdotte il 6 dicembre; tra le misure probabili, a partire dal 27 dicembre, l'obbligo di mascherine all'aperto e tamponi anche per i vaccinati nei luoghi di assembramento, ma non in cinema teatri e sale da concerto. Ipotesi che suscitano non poche polemiche tra i governatori di regione, mentre si torna a parlare anche di obbligo vaccinale.
E intanto il comparto turistico fa i conti con l'eco del Covid 19. Sono circa 24 milioni gli italiani che rinunciano al viaggio di fine anno – il 48% della popolazione - e circa 8 milioni le persone che hanno disdetto, annullando il 16% delle prenotazioni già effettuate per un valore di circa 10 miliardi di euro (secondo una valutazione di Demoskopika). Un carico ulteriore su un settore già duramente colpito dagli effetti della pandemia, “solo relativamente alle agenzie di viaggi e tour operator, in assenza di urgenti interventi economici e finanziari si stimano chiusure pari ad oltre il 50% delle imprese attive e la perdita di oltre 40mila posti di lavoro” si legge in una lettera inviata a Draghi e ai ministri Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti, Andrea Orlando e Massimo Garavaglia dalle associazioni di categoria del settore turistico che chiedono un tavolo interministeriale, per cercare di sostenere un comparto – quello del turismo organizzato - che nel 2019 generava un volume d’affari di circa 13,3 miliardi di euro e lo scorso anno ha registrato una perdita del 70% del fatturato, perdita che nel 2021 si prevede ancora superiore, oltre l'80% nonostante il dato incoraggiante di novembre scorso, quando i nostri cieli sono stati i più trafficati d'Europa (pur con un -12% rispetto al 2019) secondo quando rilevato da Eurocontrol. La voglia di viaggiare è comunque forte - secondo quanto rilevato anche da Federalberghi - e sono soprattutto le grandi capitali europee a suscitare l'interesse di quella fetta di italiani (pochissimi in realtà) che varca i confini nazionali per le feste di fine anno.
Nuove misure anti Covid per chi entra in Italia
Un segnale positivo per un settore su cui gravano le restrizioni imposte agli spostamenti, ultime in ordine di tempo quelle che impongono fino al 31 gennaio, per chi arriva nel nostro paese dall'Unione Europea, anche nel caso di residenti di rientro in Italia, l'obbligo di un test molecolare effettuato non più di 48 ore prima della partenza oppure un test antigenico nelle 24 ore precedenti l’ingresso in Italia, con un obbligo di quarantena di 5 giorni per i non vaccinati. Quarantena che si prolunga a 10 giorni nel caso di non vaccinati in arrivo da paesi extra UE, mentre i vaccinati dovranno effettuare un test molecolare nelle 72 ore antecedenti all'ingresso o un antigenico nelle 24 ore prima dell'arrivo. Per viaggiatori che arrivano dalla Gran Bretagna e dall'Irlanda del Nord il test molecolare deve essere effettuato nelle 48 ore precedenti all'ingresso. Fino al 31 gennaio permane anche il divieto di viaggiare per Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Malawi, Mozambico, Namibia e Eswatini. Una misura dettata dall'esigenza di frenare l'avanzata di Omicron “che” ha commentato il presidente del Consiglio Mario Draghi “in Italia è inferiore allo 0,2%, in altri Paesi Ue invece è molto diffusa, ad esempio in Danimarca o in Regno Unito dove è diffusissima”. Secondo l'Oms queste nazioni, insieme al Portogallo, sono quelle in cui la variante Omicron è dominante. Obbligo di test negativo in entrata anche in Portogallo, Grecia e Irlanda, mentre la Germania aumenta le precauzioni imponendo 10 giorni di quarantena ai non vaccinati provenienti dai Paesi confinanti, escluso il Lussemburgo. Guardando più lontano, bisogna attendere la fine di febbraio per recarsi in Nuova Zelanda che mantiene chiuse le frontiere, riduce la copertura vaccinale a 4 mesi (in misura simile anche in Svizzera) e prolunga la quarantena per chi entra nel paese a 10 giorni. Questo per quanto riguarda l'ingresso nei vari paesi, ma cosa accade all'interno?
Le regole nel resto del mondo
Ma anche per chi decide di andare all'estero è utile conoscere le misure di prevenzione adottate dai vari paesi.
Olanda nuovamente in lockdown fino al 14 gennaio, con chiusura di scuole, negozi non essenziali, bar, ristoranti e altri luoghi pubblici, e orario prolungato alle 20 solo per supermercati e farmacie, regole anche per le feste al chiuso, con il limite fissato a 2 ospiti (sopra i 13 anni) al giorno, che raddoppiano nei giorni festivi.
Coprifuoco alle 23 per cinema, ristoranti teatri, musei in Danimarca, ancor prima in Irlanda, dove la fine delle attività si attesta alle 20. La Norvegia invece vieta la somministrazione di alcolici in bar e ristoranti.
Impennata di contagi in Gran Bretagna, il paese più colpito dalla variante Omicron, dove è stato introdotto solo recentemente l'obbligo di mascherine al chiuso e prova di vaccinazioni o test negativi per discoteche e grandi eventi. L'UK resiste per ora all'ipotesi di un lockdown ma il premier Boris Johnson non la esclude per il prossimo futuro, dopo Natale, di certo, però, saltano le feste di capodanno a Edimburgo e Londra.
Mentre Parigi si avvia all'adozione del Super Green Pass sul modello italiano per l'ingresso nei locali al chiuso – probabilmente approvato nel consiglio dei ministri del 27 dicembre – ma pare ormai certo che i cugini d'Oltralpe dovranno rinunciare ai fuochi d'artificio e i concerti di fine anno. Possibile anche lo stop del più grande e famoso raduno di fine anno del ondo, quello di Times Square, ma a New York, in cui i casi oggi sono 6 volte quelli di un mese fa, il sindaco Bill de Blasio assicura: “nessun nuovo lockdown”.
Stop ai veglioni di San Silvestro, chiuse le discoteche, e limite di 10 persone nelle riunioni, partite a porte chiuse per la Bundesliga per la Germania, mentre in Portogallo scatta l'obbligo di smart working e la chiusura di bar e discoteche dal 26 dicembre.
Il 23 dicembre Mario Draghi annuncerà le nuove prescrizioni che molto probabilmente riguarderanno la fine del 202 e i primi giorni del nuovo anno, una stretta che mira a ridurre il rischio di una recrudescenza dei contagi.
a cura di Antonella De Santis