Aspettando i dati Oiv del 28 ottobre sulla produzione mondiale e sui rosati, arriva il report di Rabobank sulla vendemmia 2015, che nel complesso dovrebbe registrare un lieve aumento rispetto allo scorso anno, soprattutto per il contributo di Italia e Cile, senza per ora grandi ripercussioni al ribasso sul prezzo dei vini sfusi. Nel consueto sguardo ai due emisferi nord-sud, gli analisti di Rabobank, sulla base delle rispettive fonti nazionali, segnalano per il continente europeo una produzione stabile in Francia, il rialzo dell'Italia e la perdita del 5% della produzione in Spagna. Per quanto riguarda l'emisfero sud del mondo, il Cile segna un forte rialzo della raccolta 2015 (+30%), dopo un 2014 comunque in lieve crescita, con i prezzi dello sfuso stabili mentre aumentano le richieste dalla Cina. L'Argentina perde l'11% del raccolto, ma veniva da quattro anni di crescita degli stock e potrebbe beneficiare di questa flessione. Il Sud Africa raccoglie l'1,1% in meno con una qualità definita eccezionale. In Australia la stima produttiva si aggira sui 1,67 milioni di tonnellate, sostanzialmente in linea con gli ultimi cinque anni: ci sarà meno Shiraz, Cabernet Sauvignon e Merlot e più Chardonnay, Pinot nero (+44%) e Pinot grigio (24%). Perde il 27% delle quantità la Nuova Zelanda, che stima una raccolta di 326 mila tonnellate; il dato, sottolinea Rabobank, è in linea con il 2011, quando le esportazioni erano inferiori del 20% rispetto a quelle attuali.
Uno sguardo alla Cina. Dal punto di vista produttivo, l'industria locale del vino registra da gennaio ad agosto un -3,1% (a 677,8 milioni di litri); aumenta invece il fatturato delle aziende vinicole (+11,4%) nei primi 7 mesi 2015. E prosegue il rialzo delle importazioni (+42,3% in volume e +28% in valore) trainata dagli acquisti di sfuso dal Cile (+80%), che beneficia dell'azzeramento dei dazi doganali.