Cambia il posto, ma non il copione. Due clienti si siedono alla tavola di un ristorante, ordinano più portate e diverse bottiglie. Un lauto banchetto a cui segue, al momento di saldare il conto, il tentativo - questa volta fallito - di lasciare il posto senza pagare. Se in un ristorante in Spagna un uomo finge un’infarto, a La Spezia, i due avventori si affidano al più classico delle scuse: uno esce per fumare una sigaretta e l’altro finge di essersi dimenticato il portafogli.
L’antefatto
La vicenda si è svolta nel ristorante Roma, un locale molto frequentato, a pochi passi dalla stazione ferroviaria della città di La Spezia. Due uomini, dopo essersi accomodati, hanno ordinato diversi piatti dal menu. Una vera e propria cena luculliana a base di ravioli con pescato del giorno, ostriche Gillardeau, zuppe di pesce con astici e dolci, più diverse bottiglie di vino e amari. Totale del conto: oltre 250 euro. Al momento di pagare, però, Adriana Incaviglia, proprietaria del ristorante, si è quasi subito resa conto che qualcosa non andava.
Uno dei due uomini ha infilato la porta con la scusa di voler fumare una sigaretta a fine pasto, l’altro si è avvicinato alla cassa chiedendo lo scontrino. In un maldestro tentativo di allontanarsi, ha finto di essersi scordato soldi e portafogli nella camera d’albergo e ha chiesto di poter lasciare il passaporto come garanzia e ripassare in un secondo momento per pagare.
Una truffa annunciata
La titolare ha preteso che almeno uno dei due rimanesse all’interno del locale. Dopo ripetuti tentativi da parte dei due di allontanarsi, sono state avvertite le forze dell’ordine. La polizia è riuscita a identificare la coppia, ma per i due uomini non è stato preso altro provvedimento. “Mi è stato detto che per agire legalmente devo andare in questura con un avvocato e fare accesso agli atti per conoscere i nomi”, ha dichiarato alla Nazione la proprietaria. “Li denuncerò: molto probabilmente non recupererò i soldi, ma non mi interessa, se tutti i ristoratori facessero così, questi episodi non rimarrebbero impuniti”, ha concluso Incaviglia.