Food hall e mercati a New York. Le ultime novità
Chi per l’America di oggi parla di proliferazione di market e food hall che sanciscono un interesse crescente nei confronti del cibo e dell’intrattenimento gastronomico, sa bene che New York ha anticipato il trend diversi anni (decenni) fa. Ma anche la città che può contare su una grande varietà di mercati gastronomici e food court in spazi storici e strategici non è immune al fenomeno, e società come Urbanspace, nata a Londra all’inizio degli anni Settanta e oggi a capo di oltre 50 progetti tra Londra e New York (dal Chelsea Farmer’s Market a Spitalfields sul suolo inglese, all’Union Square Holiday market oltreoceano), continuano a presidiare il settore, scovando nuovi locali da trasformare secondo le moderne esigenze di consumo: artigiani e cucine contemporanee riuniti sotto lo stesso tetto, tanto spazio per condividere l’esperienza gastronomica, suggestioni culinarie in arrivo da tutto il mondo, apertura alla day long e atmosfera confortevole. Così è stato quando si è trattato di progettare l’Urbanspace Vanderbilt, food hall tutto sommato recente, inaugurata nell’autunno 2015 a poche centinaia di metri dal Grand Central Terminal (che nel frattempo si è rifatto il look per assecondare a propria volta questa mania, con la Great Northern Food Hall del fondatore del Noma Claus Meyer): 20 food concept nel cuore di Midtown per offrire un rifugio gastronomico rapidamente entrato nel cuore dei newyorkesi.
Urbanspace Lexington
E infatti, passati neppure tre anni, l’Urbanspace di New York è pronto a raddoppiare, al 570 di Lexington, non troppo distante dal primo. Alla fine di marzo il nuovo spazio aprirà le porte al pubblico, offrendo una proposta articolata su tre livelli, con tante vecchie conoscenze del precedente Urbanspace e nuovi ingressi rivelati solo qualche giorno fa. In tutto saranno una ventina gli stand a disposizione degli operatori, e l’intenzione è quella di offrire un ampio spettro di possibilità a chi sceglie di mangiare nella nuova food hall, tra venditori di bao taiwanesi, tacos, sushi e il ramen di Kuro-Obi (dal team di Ippudo). Ma tra le new entry ce n’è una che farà parlare molto anche da questa parte del mondo: Trapizzino. Così anche Stefano Callegari e Paul Pansera si apprestano a raddoppiare in città, a un anno dalla prima apertura di Orchard Street, nel Lower East Side.
Il raddoppio di Trapizzino a New York
Un traguardo in più, di cui si vociferava da tempo, dopo il bagno di folla dell’inaugurazione milanese, per celebrare i 10 anni di attività dell’insegna nata a Testaccio e oggi imitatissima nel mondo (ne parlavamo qualche tempo fa con Stefano e Paul, ripercorrendo la storia degli ultimi anni). Del resto, l’esordio newyorkese del Trapizzino, nel 2012, era passato proprio per una - mitica – giornata al Madison Square Eats, mercato open air gestito da Urbanspace. Ma nella nuova food hall ci sarà spazio anche per la pizza cotta in forno a legna di Roberta’s, insegna nata 10 anni fa a Bushwick, e oggi molto nota in città, pure per l’originalità di un progetto che può vantare un orto sul tetto (da cui arrivano molti degli ingredienti utilizzati in cucina) e un’emittente radiofonica nel retrobottega. E la cucina italiana al 570 di Lexington sarà rappresentata anche dal team de La Pecora Bianca, caffetteria con cucina che nel 2015 esordiva al St. James Building per iniziativa di Mark Barak, ristoratore americano con il pallino per l’italian style. Il nuovo mercato, invece, debutta il prossimo 28 marzo.
a cura di Livia Montagnoli