I giovani agricoltori e i corsi dedicati
Non è più così curioso il fatto che in Italia esista una schiera di giovani agricoltori che hanno deciso di inseguire il sogno di lavorare la terra, investendo risorse e idee in progetti che, lentamente, stanno rinnovando l’approccio al mestiere, nel segno di un’innovazione che fa il paio con la sostenibilità ambientale ed economica. Anche in un anno tragico come quello del Covid-19, il 2020, i dati si sono rivelati positivi, con un aumento del 14% dei giovani imprenditori agricoli under 35. Sempre più attratti dalla campagna a discapito delle altre attività produttive, sono oltre 55mila i ragazzi alla guida di aziende e allevamenti, numero che fa dell’Italia il Paese europeo leader nei progetti agricoli condotti da giovani. E se l’interesse per il mestiere del contadino cresce così tanto il merito è anche di fondazioni, associazioni e istituti impegnati nella valorizzazione del settore. La Fondazione Edmund Mach dell’Istituto Agrario San Michele all’Adige, per esempio, dedita ad attività di ricerca scientifica, istruzione, sperimentazione, consulenza e servizio alle imprese del settore agroalimentare.
Silvia Anselmi e il pollaio mobile
Silvia Anselmi, laureanda in scienze e tecnologie alimentari all’Università di Parma, è una delle tante studentesse che hanno scelto di specializzarsi attraverso il corso biennale della Fondazione, un percorso di studio da 600 ore aperto a persone under 40, che alla fine otterranno il brevetto di imprenditore agricolo. È lei a gestire l’agriturismo di famiglia in Val di Sole, con tanto di azienda zootecnica-frutticola dall’offerta sempre più ampia grazie al suo lavoro di ricerca. Gli ortaggi sono tutti coltivati in biologico e ora c’è anche un pollaio, studiato su misura per il benessere animale. Si tratta infatti di un pollaio sui generis, con le ruote, che si sposta per permettere alle galline di avere sempre erba fresca da mangiare: così anche le uova sono più saporite, e soprattutto sane. "Dopo i risultati positivi dello scorso anno”, ha dichiarato la ventiseienne al Giornale Trentino, “ora voglio proseguire con gli ortaggi e ampliare l’attività con la serra”. A darle supporto sarà presto anche il fratello minore, che sta frequentando la seconda classe della FEM.
L’azienda agricola
Una scelta non poi così insolita, considerando il ruolo che l’agricoltura gioca oggi, ma pur sempre coraggiosa e in questo caso anche originale: quella del pollaio mobile è un’idea innovativa, ragionata, frutto di studio e ricerca. A muovere la giovane, la sua passione per la natura, ma anche la lontananza dalla sua terra per via degli studi, “che mi fatto riscoprire il paradiso della mia valle e la bellezza dell’agricoltura”. È tornata a casa poco più di un anno fa, Silvia, e ha cominciato a lavorare nell’azienda, per la quale ha molti progetti in serbo. Sicuramente, l’attenzione all’ambiente e al territorio sarà sempre alta, la sostenibilità resta uno dei punti chiavi della sua filosofia, ma l’obiettivo è anche quello di far riscoprire agli abitanti “le nostre radici agricole”.
Le uova dell’azienda
Intanto, si dedica a verdure e galline, che razzolano all’aperto senza la presenza di un gallo, libere, così da divertirsi cacciando insetti ricchi di proteine e mantenere al contempo il terreno pulito, come spiega Silvia sulla pagina Facebook dell’azienda. Le uova si possono acquistare in loco, ma arrivano anche direttamente a casa grazie a un servizio di consegne che, anche in questo caso, pone grande attenzione alla sostenibilità: la confezione è di plastica ma i consumatori sono invitati a riutilizzarla più e più volte, pagando solo una piccola cauzione di 2 Euro al primo acquisto. Varia anche il numero: non il classico formato da 6 uova, ma 8 per confezione, al prezzo di 3,50 Euro.
facebook.com/Azienda-agricola-Anselmi-102283264812556/
a cura di Michela Becchi