Riqualificare Mirafiori grazie agli orti
Mirafiori, nonostante il nome indichi altre origini (a ritroso nel tempo fino al XVI secolo, quando il toponimo Miraflores si riferiva alla villa di delizie creato da Carlo Emanuele I) è conosciuta per il suo legame con lo stabilimento Fiat di Torino, che ha portato quest'area periferica di Torino a decuplicare la sua popolazione nel periodo del Dopoguerra. Ma da dieci anni a questa parte, il quartiere, che comprende molti parchi pubblici, è oggetto di un progetto di riqualificazione ambientale e sociale che solo negli ultimi mesi ha iniziato a mostrare risultati evidenti, nella direzione di una riappropriazione dello spazio urbano da parte della comunità. La sfida, sin dall'inizio, si è orientata sulle potenzialità dell'agricoltura urbana, con l'elaborazione del progetto Orti Generali, volto alla creazione di una sorta di city farm aperta a tutti. A un anno di distanza dal primo coinvolgimento del pubblico, tutti i 160 orti ricavati lungo il corso del torrente Sangone sono stati attribuiti ai cittadini che ne hanno fatto richiesta. Ma sono molteplici le iniziative e le attività volte a promuovere la rigenerazione dell'area, e la Fondazione Mirafiori è parte attiva di questo processo.
L'orto per le api di OrtiAlti
Anche attraverso il recupero di immobili abbandonati, come la vecchia fabbrica degli anni Sessanta che costruiva macchine agricole nel caseggiato di via Onorato Vigliani, più di recente utilizzato come spazio di ritrovo settimanale per un mercato dei produttori agricoli del territorio. Il mercato ha smesso di essere operativo nel 2016, e l'edificio oggi sconta gli effetti dell'ennesimo abbandono. Ma entro Pasqua tornerà a vivere grazie al progetto Orto Wow, finanziato grazie ai 60mila euro ottenuti dal Comune di Torino partecipando al bando europeo per la rigenerazione di aree post-industriali in tutta Europa. A Mirafiori, il progetto di riqualificazione è stato affidato all'associazione OrtiAlti, che ha indirizzato gli sforzi sulla creazione di un “pollinator garden”, cioè un orto destinato alla coltivazione di piante mellifere, capaci di attirare api e insetti impollinatori, essenziali per la tutela della biodiversità vegetale (e alimentare). L'obiettivo, dunque, è duplice: invitare gli abitanti del quartiere a frequentare l'orto, per produrre miele con il supporto di professionisti del mestiere; e sensibilizzare la città sull'importanza di recuperare il rapporto con la campagna, attraverso una progettazione mirata del verde pubblico (per di più, in uno spazio che finora verde non era).
Il progetto di recupero di un'ex fabbrica
Materialmente, lo spazio dell'ex fabbrica sarà trasformato a partire dal tetto, ripensato in chiave green, mentre in tutta l'area circostante sorgerà l'orto, per la coltivazione mista di ortaggi e piante mellifere, solitamente “scartate” dall'agricoltura convenzionale, perché poco (o per niente) redditizie (ma ragionare con più lungimiranza sulla necessità di attrarre api nelle proprie coltivazioni, farebbe ripensare il rapporto costi/benefici a favore delle piante mellifere). Accanto all'orto sorgerà un piccolo apiario, con 4 o 5 arnie, per la produzione di miele da mettere in vendita, in collaborazione con i coltivatori di Coldiretti che animano il mercato settimanale del venerdì pomeriggio proprio davanti all'edificio. Mentre per selezionare i residenti che si occuperanno della cura dell'orto, Fondazione Mirafiori lancerà presto una call, rivolta ad associazioni e gruppi informali del territorio.
Torino si conferma ancora una volta all'avanguardia nel favorire i progetti di apicoltura urbana, che in città trovano spazio da diversi anni grazie all'impegno di UrBees, associazione che proprio tra gli orti urbani di Mirafiori è nata e si è consolidata a partire dal 2010, e oggi riunisce una rete di estimatori del miele urbano in tutta Italia. Non a caso, sempre OrtiAlti, sta completando la realizzazione di un altro giardino mellifero in città, accanto all'orto sul tetto di Fonderie Ozanam: Beeozanam arriverà ad aprile nello spazio di via Foligno 14, per riunire apicoltura, cucina, arte urbana e orticoltura.
a cura di Livia Montagnoli