E alla fine il più innovativo di tutti è sempre lui, il maestro Gualtiero Marchesi, 84 anni all’anagrafe e non sentirli. Qual è l’ennesima pensata dello chef di fama mondiale che tra pochi mesi tornerà in cucina per dare inizio alla nuova avventura del relais di Agrate Conturbia? Un menu tecnologico che incontra le esigenze degli intolleranti alimentari. Proprio così, perché seduti al tavolo degli eleganti spazi del Marchesino – il ristorante dello chef alloggiato in un’ala del Teatro della Scala di Milano – potreste vedervi porgere un iPad al momento di ordinare. Il progetto nasce da un concetto molto caro alla visione gastronomica di Marchesi, che concentra il momento creativo nella visualizzazione del piatto, favorita in questo caso dallo strumento tecnologico; e affonda le radici in un’idea che il padre della cucina contemporanea italiana sta sviluppando da cinque anni. Se la cucina deve poter competere con una scienza esatta – nel pensiero di Marchesi – il risultato non può e non deve cambiare, tantomeno nella sua dimensione estetica: “Di ogni piatto io realizzo il campione e lo faccio fotografare, in modo che il cuoco sappia che deve eseguirlo sempre, esattamente a quel modo” rivela lo chef al Corriere della Sera.
Così l’iPad del Marchesino, disponibile in tre lingue, permette di visualizzare un’anteprima dei piatti, suddivisi in cinque voci – antipasti, primi, pesci, carni, dolci – come in una carta d’alta cucina che si rispetti. Ma l’aspetto più interessante è costituito dalle sezioni Degustazione e Intolleranze; allergie e intolleranze sono elencate in ordine alfabetico per singolo ingrediente: attraverso un filtro si può scegliere - con un clic – di eliminare dal menu i piatti che contengono l’alimento incriminato, o (nei casi fortunati) ordinare una versione della pietanza epurata dall’ingrediente in questione, qualora l’architettura generale non dovesse risentirne.
Tra una portata e l’altra si può inoltre approfondire la conoscenza del mondo di Gualtiero Marchesi, grazie a link e contenuti speciali (anche video) che trasportano i commensali nella dimensione dello chef. Una diversa esperienza di alta cucina, lontana dallo stereotipo di piatti incomprensibili e noncuranti delle esigenze del cliente. Chissà che presto altri non seguano l’esempio del Maestro.