È denominata, non a torto, la Venezia del Nord, la città di Bruges: una realtà urbanistica ferma all’epoca medievale che evoca un passato di grande fermento economico, artistico e culturale cristallizzato tra le acque del reticolo di canali navigabili. A poco più di un’ora di treno da Bruxelles, Bruges (patrimonio mondiale dell’Unesco dal 2000) è una delle mete turistiche più apprezzate del Belgio, la cui fama gastronomica si lega principalmente a tre elementi: il cioccolato, moules et frites (le celebri cozze con patatine fritte) e la birra, indubitabile protagonista dell’economia locale.
Tra tetti spioventi e facciate di mattoncini colorati, il birrificio De Halve Maan è l’unico storico (fondato nel XVII secolo) stabilimento ancora attivo nel centro di Bruges, non senza qualche problema per la gestione del traffico locale – e evidenti ripercussioni sulla salubrità dell’aria - dato il passaggio costante per le vie limitrofe di cinquecento camion adibiti al trasporto dei fusti destinati all’imbottigliamento della birra fuori città, da quando nel 2010 l’antico stabilimento ha cessato di imbottigliare in loco la celebre “De Brugse Zot”.
Ma grazie all’ingegnoso progetto recentemente approvato dall’amministrazione municipale la spola tra lo stabilimento di produzione e la periferia cittadina non sarà più necessario: un “fiume” di birra (come per ironia della sorte preannuncia il detto popolare) scorrerà nel sottosuolo di Bruges, grazie alla realizzazione di un condotto sotterraneo lungo circa tre chilometri adibito al trasporto della Belgian Ale dal laboratorio brassicolo all’impianto d’imbottigliamento. Per il completamento del birradotto occorrerà qualche anno di lavoro – e l’impiego delle più avanzate tecnologie perfezionate per il trasporto di olio e gas - ma questo consentirà di ridurre dell’85% il passaggio di mezzi di grossa cilindrata in città e trasportare ben quattro milioni di ettolitri di birra a pieno regime.