È stato un anno positivo per il made in Italy alimentare, sotto diversi aspetti (si vedano i numeri dell’export), e a confermarlo una volta di più è l’andamento della Borsa. Il 2015 dei titoli alimentari si chiude con un bilancio più che ottimistico: la performance del listino, nel corso degli ultimi dodici mesi, è salita del 34%, con punte che sfiorano il 46% per le aziende che operano nel settore dei derivati del pomodoro. A stilare l’indagine è Coldiretti Lombardia, che ha preso in considerazione tutti i titoli riferiti al settore alimentare, tra biologico, bevande, succhi di frutta, latte, biscotti. E il dato più significativo riguarda proprio la tipologia delle aziende presenti in listino, che esclude le più grandi società del capitalismo alimentare, come Ferrero e Barilla, che non sono quotate in Borsa.
Il dato quindi premia il made in Italy gastronomico tout court, che ha dimostrato anche in tempi di crisi di saper trainare l’economia del Paese verso obiettivi più ambiziosi. D’altronde l’export parla chiaro: nei primi nove mesi del 2015 la richiesta di formaggi italiani dai mercati esteri è aumentata del 9% rispetto allo stesso periodo del 2014, con picchi importanti per il Gorgonzola e i grattugiati in genere. Mentre non serve ricordare che tra le bollicine più apprezzate nel mondo troviamo Prosecco, Asti, Trento Doc e Franciacorta. E al bilancio favorevole hanno contribuito anche le bottiglie di spumante stappate per festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo, solo pochi giorni fa. Un bel risultato per il FTSE Alimentari che arriva proprio nel giorno del debutto della Ferrari a Piazza Affari. E speriamo – viste anche le recenti turbolenze borsistiche - sia di buon auspicio per un 2016 all’insegna del made in Italy alimentare. Quello autentico, però.