Food porn. Dalle origini a oggi
Puro e semplice fenomeno di costume? Non proprio. O almeno non solo. Non tutti sanno che il termine risale al 1984, quando l’ossessione per il cibo che oggi ci accomuna un po’ tutti complice il web cominciava a muovere i primi passi, registrata puntualmente dalla scrittrice Rosalind Coward, in riferimento all’importanza assunta dall’estetica del piatto nello stabilire relazioni con gli altri a tavola. Oggi l’espressione ha finito per mascherare una tendenza ben più ampia e generalizzata, una moda che ci è sfuggita di mano e ci trasforma tutti in fini “impiattatori” di pietanze casalinghe o abili food photographer al ristorante. Quel che è certo è che la battaglia dei social network fa molto affidamento sulla pornografia del cibo, costantemente presente tra i trend topic e oggetto di condivisioni che catturano migliaia di like e commenti. E se qualche tempo fa una ricerca della Oxford University additava il food porn tra le cause di incentivo all’obesità – “perché essere costantemente circondati da immagini di cibo aumento il desiderio di mangiarlo e la necessità di procurarcelo” – è rivelazione molto recente la strategia promossa da Twitter per riconquistare terreno di fronte ai numeri in crescita di Instagram.
Da Instagram a Twitter. L’importanza del cibo
Facendo leva proprio sul cibo, che tanta fortuna ha portato al social network tutto incentrato sulla condivisione di foto (le più caricate, neanche a dirlo, sono quelle ad alto tasso di golosità) e un ruolo centrale continua a giocarlo anche tra gli utenti di Twitter, con hashtag di successo planetario come #yummy, #foodgasm o semplicemente #foodporn (tweettato una media di 300 volte all’ora nell’ultimo mese). Ecco perché Twitter ha radunato un team di food influencer che agiranno sul social in qualità di Twitter Food Council, creando contenuti food oriented per alimentare le aspettative dei social media user assetati di food porn.
Il Twitter Food Council
La squadra comprende 17 tra chef e giornalisti di settore, che ogni giorno produrranno per Twitter, Vine e Periscope contenuti originali, rivolti specialmente ai più giovani. E chiunque vorrà interagire con il gruppo dovrà comprendere nei propri cinguettii l’hashtag #FoodFlock. Alla guida del team c’è la chef Alex Guarnaschelli, con lei anche celebri colleghi come Graham Elliot, Giada De Laurentiis e Josè Andres ed esperti del settore da magazine come Bon Appetit e Food&Wine, ma il numero degli chef coinvolti è destinato ad aumentare e l’azione del Food Council si sta già facendo notare in rete.
500 anni di food porn
Intanto sempre dall’America arriva l’ultima curiosa ricerca in materia di food porn: è il Food and Brand Lab della Cornell University a raccontare 500 anni di pornografia del cibo attraverso l’indagine su 750 dipinti a tema gastronomico realizzati da artisti americani ed europei dal Cinquecento ad oggi. La ricerca ha preso in esame gli alimenti più rappresentati dai pittori, confermando che il cibo più attraente per loro è sempre stato quello più insolito e raro, dai frutti di mare agli alimenti esotici. Ma in questa speciale classifica del food porn più condiviso nella storia entrano anche carciofi, aragoste, limoni e torte d’ogni genere. E voi, che cibo preferite fotografare?