Tubinga, la città tedesca dallo spirito internazionale
Una cittadina universitaria tranquilla, curata nei minimi dettagli, incastonata tra le alpi della Svevia e i fitti boschi del parco naturale di Schönbuch, costruita attorno alla città vecchia perfettamente conservata con i suoi vicoli lastricati e le tipiche case a graticcio, divisa a metà dal fiume Neckar, che in Primavera si ricopre di fiori. Benvenuti a Tubinga, città a Sud-Ovest della Germania, da molti giornali tedeschi definita come un luogo capace di fare invidia al mondo Disney. Un territorio caratterizzato dalla campagna e dalle giornate di sole (sembra sia uno dei punti più soleggiati di tutta la Germania), ma soprattutto dalla comunità studentesca che rende la città, seppur piccolina, piuttosto dinamica, come ha dichiarato anche Nele Neideck, a capo di un gruppo di expat, “considerando le sue dimensioni contenute, trovo la città incredibilmente internazionale”. A Tubinga Neideck approda otto anni fa per visitare un amico, “sembrava di essere in una fiaba, con paesaggi idilliaci e così tanti giovani”. Ma il vero punto di forza della città il suo spirito innovativo, votato alla sostenibilità e al rispetto degli animali.
I progetti vegani di Tubinga
A cominciare dalla dieta vegana: a Tubinga sono molte le iniziative comunitarie che organizzano una spesa collettiva, 100% vegana. Alta, poi, l’attenzione all’ambiente e alle tematiche sociali, approfondite attraverso festival, conferenze e laboratori: del resto, nel ’68 Tubinga è stata uno dei centri principali delle proteste studentesche della Germania dell’Ovest, che si battevano contro l’autorità e il tradizionalismo, a favore di valori più democratici e di una maggiore sensibilità alla questione ambientale. Ma torniamo alla dieta vegana: la città partecipa ufficialmente e abitualmente al Veganuary, l’iniziativa internazionale partita dal Regno Unito nel 2014 per invitare la popolazione a rinunciare ai prodotti animali per un mese, o almeno a ridurre la quantità di carne. Certo, parlare di una città interamente vegan è impossibile, ma l’alimentazione plant-based è senza dubbio la più diffusa nel territorio, come confermano anche alcuni chef locali. Alok Damodaran, per esempio, titolare di un food truck di cucina indiana, racconta che l’offerta vegetariana del giorno “è quella che va più a ruba”.
Ristorazione e imprese a Tubinga
Un dettaglio piuttosto significativo considerando che questa parte della Germania, Tubinga in particolare, è famosa per le salsicce, soprattutto quelle piccanti e affumicate! Un pubblico così giovane, aperto e curioso, poi, è perfetto per accogliere novità e progetti diversi: Amelie Dietenberger e Kajetan Krott hanno iniziato a preparare dolci vegani durante la pandemia, dapprima per un consumo casalingo, poi per delivery, fino a rifornire diverse caffetterie della città. “Le persone ci supportano molto”, ha commentato Dietenberger, “perché la nostra è un’iniziativa locale e a basso impatto ambientale: le consegne avvengono tutte con macchina elettrica”. Altro progetto interessante, quello di Sedat Yalcin, che ha aperto una bakery vegetariana e vegana insieme a sua moglie Aysenur-Sarcan Yalcin, dopo essere giunto in città per un programma di scambio culturale: “I prodotti piacciono molto agli studenti, ma anche a persone che non sono vegane o vegetariane ma hanno a cuore l’ambiente e vogliono cercare di migliorare il più possibile la loro alimentazione”.
Le iniziative ecosostenibili di Tubinga
Naturalmente, non mancano iniziative a favore dell’ambiente: le tasse per il parcheggio delle auto sono molto alte, in compenso le ciclabili sono perfettamente integrate al paesaggio urbano, per questo Tubinga è una città a prova di bicicletta. Dallo scorso febbraio, poi, le automobili non sono più autorizzate a guidare nelle stradi centrali della città, che sono riservate agli autobus e le bici. Per gli studenti, i mezzi pubblici sono gratuiti la domenica dopo le 19.00, e la giornata di sabato è gratis per tutti. Tra i progetti in cantiere, c’è anche la possibilità di rendere gli autobus gratuiti sempre, per chiunque, per incentivare ancora di più la popolazione ad abbandonare l’automobile. Un’attenzione particolare è riservata poi ai vari imballaggi: quelli usa e getta hanno una tassazione maggiore, a cominciare dalla posateria monouso e i vari fogli di alluminio dei take-away, che hanno un costo di 20 centesimi in più rispetto ad alternative più sostenibili: niente materiali riciclati, però, l’obiettivo qui è quello di promuovere il riutilizzo dei contenitori. Al bando, quindi, il monouso, a prescindere dal suo ciclo produttivo. Insomma, una cittadina virtuosa, probabilmente difficile da prendere come esempio – considerando l’età media della popolazione, così bassa rispetto alla maggior parte delle città – ma che può sicuramente fungere da modello per iniziative di comunità e progetti sostenibili.
a cura di Michela Becchi