Investire nel proprio territorio, tornare “a casa”, prendersi il rischio di portare fuori Roma un’idea di ristorazione che la provincia può impiegare del tempo prima di digerire. Messa in questi termini sembra più una mission impossible che quel che effettivamente è, vale a dire il progetto dell' imprenditore Andrea La Caita che nel 2022 ha deciso di ripartire da Tivoli, sua città natale, con l’apertura della trattoria contemporanea Li Somari.
La trattatori di Tivoli dove la tradizione non è sacra
Andrea La Caita, classe 1976, è uno che di ristorazione – in termini professionali - si è cibato abbondantemente sin da giovanissimo. Saranno passati quasi 20 anni quando neanche trentenne aprì, proprio nella sua amata Tivoli, un ristorante gourmet; ma forse i tempi non erano ancora maturi e l’esperienza durò troppo poco. Da lì a qualche anno a venire La Caita iniziò a muovere i primi passi a Roma, sempre da imprenditore, partecipando ad alcune prestigiose aperture una tra tutte quella del ristorante Acquolina, fortunata realtà in cui La Caita è ancora coinvolto.
Con lui, in quell’avventura tiburtina dei primi anni 2000 c’era Adriano Baldassare. Uno chef che i romani con la passione del fine dining, ma pure quelli col debole per la cucina tradizionale, hanno amato sin da subito quando tra il 2016 e il 2019 aprì a Roma due ristoranti che riscossero immeditamente molto successo: parliamo de Il Tordo Matto e dell’Avvolgibile. Ma anche qui capitoli chiusi ed abbondantemente archiviati. Insomma, acqua passata, che ci siamo presi la briga di rimestare solo per arrivare ad oggi e raccontarvi che dopo 20 anni La Caita e Baldassare sono di nuovo qui. Anzi lì, a Tivoli.
Che sembra una “carrambata” e forse un po’ lo è.
La trattoria “fori porta” a due passi da Roma
Li Somari apre a fine 2022 e sin da subito si afferma con decisione diventando nell’arco di un anno uno dei migliori indirizzi fuori Roma, in cui mangiare una cucina schietta, sincera e senza fronzoli. Il che, ovviamente non vuol dire piatti banali, figuriamoci! Vuol dire cucina di territorio fatta in maniera intelligente, che non considera la tradizione come un Sagro Graal da venerare ma che piuttosto la adatta alle esigenze moderne. Quindi c’è spazio per tutto: ricette tradizionali, quinto quarto ma anche verdure, paste fatte in casa e carni alla brace. Li Somari si trova in un palazzetto nel centro di una piazzetta con isola pedonale – e vista sul Tempio di Vesta – che in origine era una stalla in cui i tiburtini portavano a riposare le bestie, tra cui i somari ed ecco spiegato il nome.
Nella porta d’ingresso, sotto nome e logo del ristorante, compare una specie di sottotitolo che un po’ sintetizza l’anima di questo posto: c’è scritto “la trattoria fori porta” così in dialetto tiburtino che elude la “u”. Ora, per onestà intellettuale vi diciamo che non si tratta della trattoria che l’incauto immaginario collettivo tende ad identificare in quei posti scanzonati e bonari in cui si chiude un occhio un po’ su tutto, dal servizio alla mise en place. Quei posti in cui il conto lo si paga senza neppure guardarlo perché tanto, che potrà mai costare? No, non è esattamente così perchè qui a Li Somari il termine trattoria serve per identificarne l’origine della proposta gastronomica ma non l’impostazione del locale. Ci si trova in un posto che non cede al minimalismo ma neppure alla sciatteria, un luogo accogliente ma non esageratamente informale, un ristorante da pranzi di famiglia e cene con amici avendo l’accortezza di coinvolgere commensali in grado di intercettare la differenza tra una cucina modesta e una semplice ma autentica.
Cosa si mangia a Li Somari a Tivoli
Nella proposta gastronomica si sentono forte e chiaro il cuore e la testa di Adriano Baldassare, che de Li Somari è lo chef executive (come pure in tutti gli altri progetti in essere e in divenire di La Caita...) e in questi due anni ha fatto quello che in cucina è sempre piuttosto complicato da realizzare: creare una brigata in grado di lavorare autonomamente anche in sua assenza. Questo lo diciamo con cognizione di causa, perché al tempo della nostra seconda e recentissima visita Baldassare era impegnato in un’attività fuori dall’Italia eppure (che lo chef non ce ne voglia) la cucina pare non abbia risentito della sua mancanza. In brigata, sotto la direzione di Chef Fernando Maruccia ed il supporto dello Chef Rahman Hifjur, pare che le cose vadano a gonfie vele con o senza Adriano e questo sempre e solo grazie a lui ed alla sua capacità di delegare, insegnare e trasferire.
Tornando al menu, è stato pensato per accogliere i gusti di tutti. Sembra quasi assurdo, ma udite udite in questa trattoria “fori porta” avranno di che godere anche coloro che prediligono le verdure alla carne, infatti tra gli antipasti spicca il cacio fritto in pastella, la mozzarella di bufala alla griglia in foglia di limone, la parmigiana di melanzane e anche delle fettuccine con burro, limone e parmigiano da perdere la testa. Ma certo, siamo pur sempre in una trattoria nella ridente provincia di Roma e quindi quella pagina intera dedicata al quinto quarto è una specie di medaglia al valore per chi maneggia la cucina romana. Qua senza indugio consigliamo il padellotto e le animelle, e poi sì tra i piatti di carne le polpette di bollito, l’insalata di coniglio, i supplì con le rigaje di pollo, il galletto alla brace… Insomma, ordinate ad occhi chiusi, è questo il messaggio.
Il bere si sceglie da una carta che abbiamo trovato meno interessante rispetto a quella consultata nella prima visita avvenuta poco dopo l’apertura del 2022, ma è in fase di rielaborazione e a settembre dovrebbe tornare ad essere come quella che ricordavamo: spiccatamente laziale con una bella selezione di etichette di piccole realtà biodinamiche e naturali, oltre a tutto il resto s’intende.
Il conto è da trattoria ma non troppo, quindi calcolate pure 55 euro a persona, soprattutto se optate per il degustazione che è in carta a questo prezzo bevande escluse.
Li Somari - piazza Rivarola, 21 - 00019 Tivoli - Tel. 0774 282499 - www.lisomari.com