Il futuro del bere sarà no alcol? È indubbio che quello che si sta delineando è un nuovo scenario di gusto ma anche culturale: la Generazione Z (e non solo) è sempre più attenta alle proposte dry analcoliche, ma che siano innovative di qualità e non un ripiego da sfigati rispetto per esempio a cocktail iconici e famosi. Drink no alcol ma creativi e pensati, insomma. Intanto a Torino al Mercato Centrale apre il primo Dry Bar Uncrafted della città: AffiniDry 0.0, un progetto di Davide Pinto, imprenditore torinese del food & beverage e di Maria Teresa Costantini, barlady abruzzese arrivata da poco in città e innamorata del mondo no alcol, che punta a offrire a chi non vuole o non può bere alcolici dei drink davvero diversi. Il format di AffiniDry 0.0 è innovativo e unico nel suo genere, un luogo di sperimentazione della mixology alcol-free e, per la prima volta in assoluto, unbottled. Tutte le preparazioni vengono infatti realizzate homemade, lavorando con le fermentazioni, con la dealcolazione, con una filosofia che punta a riutilizzare ogni singola materia prima. Per esempio nella dealcolazione del Vermouth, che a Torino è un must, l'alcol verrà riciclato e utilizzato da Affini San Salvario, in un'ottica di sostenibilità e di economia circolare. Mentre AffiniDry diventa lo spazio di artigianalità, di ricerca, di creazione di un prodotto totalmente nuovo e di eccellenza.
Una drink list nuova e inclusiva
La drink list è nuova e inclusiva, attinge alle spezie, alla frutta fresca, a materie prime vegetali autoprodotte o a chilometro zero: attorno al Mercato Centrale c’è il gran mercato multietnico di Porta Palazzo, con banchi d’eccellenza come Lucchito, e ci sono botteghe storiche come Rinaldi (“un’inesauribile fonte di consigli preziosi” aggiunge Teresa) e saranno quei prodotti i protagonisti. Così nella drink list ci sono cocktail come il TurinMole, con acqua di ginepro, lime, sciroppo di zenzero e kombucha, il Cuccuruccucù Paloma, con succo di pompelmo, cordial al lime, sciroppo di tè lapsang, soda al pompelmo e sale affumicato sul bordo del bicchiere, e ancora il Coco Punk con bitter dealcolato e sciroppo di fava di tonka, il Sansa Tiki con fragola e menta , il Cucumber Mary con succo di pomodoro e cetriolo.
Su cosa si punta soprattutto? Sulla fermentazione, dalle acetiche come la kombucha (eterna diatriba, il, sottinteso tè, o la, per bevanda? “io preferisco al femminile” taglia corto Pinto) la millenaria bevanda di tè fermentato che sta vivendo la sua stagione dell’oro, ma anche lattofermentazioni di verdure da gustare come tapas con i drink. L’idea è fare di AffiniDry 0.0 uno spazio di aggregazione, di conoscenza e di cultura, il racconto di un modo nuovo e totalmente artigianale di bere. In quest’ottica sono previste anche masterclass aperte al pubblico che verranno organizzate per approfondire il mondo dei fermentati e dei drink no-alcol. E magari imparare a farsi la propria kombucha