Sempre umiliato, povero tofu. Gode di una pessima fama, eppure è un alimento prezioso, versatile, una tela bianca da dipingere a piacimento. Se marinato a dovere, il tofu sa regalare sapori incredibili: basta solo coccolarlo un po’ e il gioco è fatto. Nella cucina orientale si usa da millenni, e la qualità di questo panetto di soia nei paesi asiatici è spesso molto più alta: in Italia, lo si trova in tutti i supermercati, ma per una versione migliore ci si può recare nei negozi specializzati in alimenti vegetali.
L'approdo del tofu nel mondo occidentale
Intanto, un po’ di storia. La leggenda narra che Liú Ān, un nobile cinese, lo scoprì nel 164 a.C., ma molti ritengono sia nato casualmente, dall’errore di un cuoco che cagliò per sbaglio del latte di soia aggiungendo un’alga, creando così per la prima volta un panetto compatto e sodo. È molto probabile, comunque, che il tofu nacque durante la dinastia Han – dal 206 al 220 a.C. – e che arrivò in Giappone nell’VIII secolo d.C. Stiamo parlando di un prodotto dalla storia antica, che solo verso gli anni ’60 ha fatto il suo ingresso nel mondo occidentale, grazie alla diffusione di una cultura salutista in cui il tofu si inserisce perfettamente. Ricco di acidi grassi polinsaturi, calcio e ferritina, è un’ottima fonte di proteine vegetali per chi segue un’alimentazione vegana.
Come cucinare il tofu
Ma veniamo agli utilizzi: marinato dà il massimo, lo si può condire con salsa di soia e sciroppo d’acero, extravergine e un goccio di senape, o anche solo del buon olio con erbe aromatiche e un goccio di limone. Altrimenti, cucinatelo alla piastra e poi conditelo con una salsa piccante o con una cucchiaiata di burro d’arachidi, usatelo per arricchire insalate fresche e piatti di noodles saporiti. Voglia di fish and chips? Il tofu è perfetto per ricreare dei bastoncini di finto pesce: tagliatelo a strisce, tamponatelo bene, avvolgetelo nell’alga nori e poi panatelo (in alternativa all’uovo, potete passarlo in una pastella di acqua e farina, infine nel pangrattato). Mettete i bastoncini in forno con un po’ d’olio e cuoceteli a 180° C per circa venti minuti.
Ma perché non provarlo fritto? Potete creare dei bocconcini aromatizzati alla paprika, panati e cotti in olio bollente, da servire con una salsa allo yogurt (vegetale) e menta. Senza dimenticare una delle sue espressioni migliori: strapazzato in padella, per delle scrambled eggs all’inglese vegane. Il procedimento è facile: basta sbriciolare il panetto e condirlo con un po’ di sale kala namak, una particolare spezia dall’odore sulfureo che ricorda il profumo dell’uovo. Un pizzico di pepe, un po’ di curcuma per conferire il colore giallo e si cuoce tutto in padella con l’aggiunta di una bevanda vegetale a scelta. Servitelo con del pane tostato, una buona tazza di tè e funghi trifolati: et voilà, la vostra English breakfast vegetale è pronta!
Tofu vellutato per dessert e salse
Squisito è poi il tofu vellutato di origine giapponese, prodotto denso e cremoso che si presta a moltissime ricette. In pasticceria lo si può usare per creare delle cheesecake, oppure dei dessert dell’ultimo minuto, pratici e gustosi: frullatelo insieme allo sciroppo d’acero oppure con un po’ di zucchero, versatelo in un bicchierino e servitelo con scaglie di cioccolata fondente e lamponi, oppure granella di frutta secca e una spolverata di cannella in polvere. Potete anche aromatizzare la crema con del cioccolato sciolto a bagnomaria oppure un goccio di caffè. Se unito a un po’ di panna vegetale montata, può dare vita a soffici creme da usare per dolci al cucchiaio irresistibili, come una classica mattonella oppure una mousse da servire con frutta sciroppata.
In cucina, invece, può essere utile per aggiungere un tocco di cremosità a qualsiasi sugo, specialmente quelli di verdure: in inverno, frullando funghi, noci, timo e tofu vellutato insieme si avrà la salsa perfetta per un risotto, in estate zucchine, tofu, olive e mandorle daranno il condimento ideale per paste fresche e golose.