The Other Bar. L'altra tavoletta di cioccolato
È una sfida ai consumatori, specifica l'appello del Dipartimento Sviluppo delle Nazioni Unite che lancia il progetto The Other Bar. Ma ingaggiarla non richiede poi uno sforzo così oneroso, considerata la golosità dell'impresa. L'altra tavoletta del claim, infatti, è proprio una tavoletta di cioccolato, prodotta in collaborazione con la tedesca FairChain Foundation per aprire una finestra sulle dinamiche, spesso criminali, che regolano il lavoro nelle piantagioni di cacao. E contribuire, invece, a valorizzare le piccole realtà agricole direttamente coinvolte nella coltivazione, favorendo così l'economia locale e il benessere delle comunità rurali. Dunque la tavoletta in commercio da un paio di settimane, acquistabile online sul sito dell'iniziativa, è solo il prodotto più tangibile di un esperimento sociale che nasce da un'urgenza umanitaria impellente: nel sistema di produzione e distribuzione vigente, le famiglie che vivono coltivando cacao guadagnano solo il 3% del valore che lo stesso cacao acquista nei molteplici passaggi della filiera per arrivare al consumatore finale. Questo significa che quando acquistiamo cioccolato, salvo rare eccezioni (e sarebbe sempre bene documentarsi sull'origine del prodotto che stiamo comprando), gli ultimi a trarne beneficio saranno i produttori da cui la filiera si approvvigiona, spesso schiacciati dagli interessi di grandi gruppi multinazionali.
Tecnologia e qualità per fare del bene
Da qui l'idea di proporre agli amanti del cioccolato una tavoletta “tracciabile” che permetta di ricompensare i piccoli proprietari delle piantagioni con un guadagno che ne garantisca la sussistenza, e senza passare per intermediari di sorta che rallentano le operazioni di incasso. Per questo, ogni tavoletta The Other Bar è contrassegnata da un codice digitale che chiama il consumatore a essere responsabile. A lui, infatti, spetta la decisione finale: il token associato alla tavoletta, infatti, può essere scansionato e “investito” a sostegno delle comunità rurali che in Ecuador vivono grazie alla coltivazione di cacao, o utilizzato come buono sconto per l'acquisto successivo, conservando così un privilegio per sé, ma comunque contribuendo alla causa, perché più tavolette vengono acquistate, maggiore sarà il guadagno delle famiglie coinvolte.
La sfida per il consumatore responsabile. Quattro tavolette per una pianta di cacao
Una provocazione? No, piuttosto “un'opportunità che offriamo al consumatore per dimostrare di essere responsabile” spiega Carlo Ruiz, responsabile del progetto presso il Dipartimento Sviluppo delle Nazioni Unite: “Vogliamo mettere nelle mani del consumatore il potere di agire per cambiare le cose”. Il valore di ogni tavoletta è pari al mantenimento di un quarto di pianta del cacao: con quattro codici, dunque, la Fondazione FairChain può garantire al produttore il denaro per acquistare una nuova pianta, che il consumatore potrà geolocalizzare grazie al sistema della blockchain, verificando così dove finisce il suo contributo. The Other Bar, disponibile in versione fondente o al latte, è infatti prodotta a partire da cacao dell'Ecuador. Se l'esperimento avrà successo, e i consumatori si dimostreranno sensibili alla causa, l'intenzione è quella di sottoporre il buon esito dell'iniziativa ai grandi gruppi che ogni anno fatturano quasi 100 miliardi di dollari grazie al business del cacao. Dal 14 ottobre scorso è possibile ordinare una tavoletta (o più) sul sito del progetto, al costo di 3 dollari e 69 centesimi al pezzo (per due tavolette da 50 grammi ciascuna). In tutto sono disponibili 20mila pezzi (circa 2mila sono le tavolette già acquistate); 163 sono i produttori coinvolti riuniti nella federazione dei piccoli esportatori biologici del Sud dell'Amazzonia (Apeosae) e 5mila le nuove piante di cacao che potenzialmente potrebbero essere piantate utilizzando tutti i token.
a cura di Livia Montagnoli