Street food, ristoranti stellati e cene di classe. Ecco cosa mangiano le canzoni di Sanremo

5 Feb 2025, 13:20 | a cura di
Abbiamo esaminato i testi dei 29 brani in gara sul palco dell'Ariston. Scoprendo un rapporto piuttosto distratto con il cibo. A parte Brunori Sas...

C’è chi va all’autogrill, chi mangia street food e chi opta per i ristoranti costosi. È la ristorazione contemporanea vista da Sanremo, bellezza. Quella che compare nei testi delle ventinove canzoni della prossima edizione del Festival della canzone italiana che compie tre quarti di secolo, a cui parteciperà anche il Gambero Rosso. In realtà, considerato quanto è centrale l’alimentazione nel discorso collettivo, va detto che il mangiare e il bere hanno un ruolo piuttosto marginale nella contemporaneità vista dagli autori dei brani che riempiranno le nostre vite (anche quelle di chi non vorrebbe) la prossima settimana su Rai Uno. In realtà malgrado i tempi di Vola colomba bianca vola siano trascorsi da decenni e malgrado sul palco dell’Ariston si alterneranno molti tra trapper e indie, è ancora l’amore al centro della narrazione sanremesca. E forse il cibo nella poetica festivaliera è considerato poco romantico, e dà problemi di alito. La città dei fiori, ma non di zucca.

Brunori Sas (foto Rai)

Vino e miele

Non è un caso così che i maggiori riferimenti gastronomici si ritrovano nel testo di una delle poche vere mine vaganti tra i cantanti in gara, quel Brunori Sas che debutta sul palco ligure da concorrente ufficiale dopo aver fiancheggiato i The Zen Circus nel 2019 nella serata dei duetti. Il cantautore calabrese, uomo davvero intelligente e ironico, nel suo brano L’albero delle noci, che già nel titolo contiene un elemento commestibile, afferma di essere “cresciuto in una terra crudele dove la neve si mescola al miele” e di avere “imparato sin da bambino la differenza fra il sangue e il vino”. Inoltre Brunori afferma con convinzione che “una vita si può spezzare per un pezzetto di carne o di pane” e cita “le vacche grasse e le vacche magre” rendendo la sua canzone così de botto non vegetariana.

Dagli stellati all'autogrill

Il cibo che si racconta a Sanremo è per lo più semplice, lontano dalle liturgie gourmet. L’unico ad alzare il livello pare Irama, che in Lentamente affida agli stellati le ultime chance di soccorrere un rapporto evidentemente spompato: “Vederci appuntamenti nascosti in ristoranti costosi ma non cambia niente. Lentamente si sta spegnendo ogni fottuto sentimento”. Evidentemente il fine dining non serve più nemmeno a quello. Di più semplici ambizioni gastronomiche è Achille Lauro, che fa intuire di aver sbocconcellato un Camogli prima di cantare: “Ti chiamerò da un autogrill” nella sua Incoscienti Giovani, mentre Gaia fa un chiaro endorsement per lo street food nella sua Chiamo io chiami tu: “Amo il cibo di strada, i capelli del mare, anche farmi del male. Che stupida”. Magari il supplì era rancido? La stessa cantante italo-brasiliana dimostra anche di preferire i superalcolici al vino: “Un silenzio che mi spezza un po’, che mi brucia un po’, come fa uno shot”. Non vorremmo essere nel suo fegato, in fin dei conti.

Gaia (foto Rai)

Maionese

E mentre è legittimo chiedersi se il crostaceo del brano di Bresh La Tana del Granchio sia blu o no, in modo da decidere se chiamare Chiara Pavan a cucinarlo, ecco irrompere i Coma_Cose in versione friccicarella e un po’ affamata: “Se mi trascuri impazzisco come maionese”, afferma lei, prima di fare una richiesta quasi da gravidanza: “Porta un chilo di gelato. E poi nel dubbio porta un fiore”. Edibile, se possibile.

Simone Cristicchi (foto Rai)

'Na tazzulella 'e cafè

Elodie mangia poco, come dimostra la sua silhouette, e il suo quadretto ambientato in un caffè non fa immaginare colazioni luculliane: “Mentre si parla di niente lì seduti in un bar” (Dimenticarsi alle 7). Almeno un espresso, si spera. Quello il cui profumo riempie la canzone di Rocco Hunt Mille Volte Ancora: “Mi dicevano tu non sarai mai nessuno. E ora non mi ricordo più, com’è l’odore del caffè”. E poi: “Overamente songo je. ‘O cafè dint’‘e canzone. Viento ‘e mare che sbatte pe’ dinto ‘e feneste”. L’impressione è che l’uso della nera bevanda sia in questo caso più che altro oleografico, volto a rappresentare una certa idea di Napoli, senza ambizioni speciality. E a proposito di caffè, va segnalata la buona volontà di Simone Cristicchi, che in Quando sarai piccola, dedicata alla mamma, promette: “Preparerò da mangiare per cena, io che so fare il caffè a malapena. Ti ripeterò il tuo nome mille volte fino a quando lo ricorderai”. Non resta che augurarci che la adorata genitrice sia di bocca molto buona. Nel caso può sempre farsi invitare a cena da Olly, che in Balorda nostalgia ci ricatta emotivamente così: “Ti cerco ancora in casa quando mi prude la schiena e metto ancora un piatto in più quando apparecchio a cena”. Il rapper genovese insiste molto sui rimpianti da cucina Ikea, perché in un altro punto del brano si confessa: “Non so più come fare senza te. Te che mi fai, vivere e dimenticare, Tu che mentre cucini ti metti a cantare”.

Tony Effe (foto Rai)

A letto senza cena

Chi rischia di stare a digiuno è la compagna di Tony Effe, che compone una serenata trap molto romanesca, Damme ‘na mano, nella quale spicca il seguente passaggio: “Ma di noi cosa direbbe Califano, sono il classico uomo italiano, amo solo mia madre Annarita. La domenica ti lascio sola, vuoi andare a cena ma c’è la partita”. A dir poco patriarcale. Salta il pasto anche Willie Peyote, che nel brano “Grazie ma non grazie” propone: “Dovremmo organizzare una rimpatriata tipo una cena di classe” ma in realtà inserisce il verso in una lista di frase fatte e qualunquiste, e non sembra avere intenzione di partecipare alla reunion. Meglio per lui, a occhio.

Willie Peyote (foto Rai)

Al supermercato

Per il resto non c’è molto altro: c’è il solito Fedez passivo-aggressivo che in Battiti vede “il bicchiere mezzo pieno, con due gocce di veleno” e si addolcisce considerando che “basta un po’ di zucchero e va giù pure il cianuro” e la sua ex compagna di avventura del Sanremo 2021 Francesca Michielin sorpresa a fare la spesa nella sua Fango in paradiso: “Quante volte mi avrai fatto il cinema dentro a quel supermercato. Non so se l’avevi considerato che uno dei due sarebbe stato da schifo”. Non era meglio dividere i punti della tessera fedeltà? Devono andare urgentemente al super anche i The Kolors che si sentono “come l’ultima bottiglia che ho nel frigo che non ricordo mai mai mai mai” (“Tu con chi fai l’amore”). Tony Effe dal fruttivendolo però è passato: “Tu sei pericolosa, io so che morderai la mela”, canta. Granny smith o renetta?

Francesca Michielin (foto Rai)

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