Il nome è evocativo: Terregiunte – Vino D’Italia, a segnare l’inedito abbraccio tra le produzioni vinicole di due regioni italiane, il Veneto e la Puglia, che guardano all’intero paese da levante, il verso da cui sorge il sole.
Terregiunte: l'unione di due grandi marchi
Il blend è di quelli che osano, perché sposa in un solo calice due vini di eccellenza: il Costasera Amarone della Valpolicella Classico 2016, prodotto da Masi agricola, la società per azioni quotata in Borsa su Aim Italia, che ha chiuso la semestrale 2019 consolidando ricavi netti per 29,7 mln (+1% su base annua), ebitda a 5,5 mln (era a 5,9 mln nel primo semestre 2018), utile netto per 1,7 mln e un indebitamento finanziario netto a 10,3 mln. A presiederla è Sandro Boscaini, noto anche come Mister Amarone, attuale presidente di Federvini ed esponente di una famiglia, giunta alla settima generazione in azienda, che acquistando alcuni vigneti in una piccola valle nota come Vaio dei Masi, ha dato vita nel 1772 a un’attività agricola oggi faro della produzione enoica della Valpolicella. Raccontami è il Primitivo di Manduria 2016 prodotto dall’azienda vinicola Futura 14 dello storico giornalista Rai Bruno Vespa, conduttore di Porta a Porta che ha diversificato la propria attività, creando con i figli il brand Vespa, Vignaioli per passione, e ha localizzato la produzione dei suoi vini in Salento, presso la masseria Li Reni, a pochi km da Manduria.
Terregiunte: il dream team al lavoro
Una sfida non da poco, questa sorta di “fratelli d’Italia” enologico, perché se da un lato l’Amarone è da tempo e in pianta stabile un prodotto di assoluta eccellenza nel panorama vinicolo del Made in Italy, dall’altro il Primitivo ha visto cambiare la sua identità percepita sui mercati. Trasformandosi negli anni da brutto anatroccolo del giardino di Bacco a principe azzurro delle produzioni enologiche del Mezzogiorno. Vero è che a questo blend (che, va detto, non è un vino a denominazione, ma il frutto dell’unione di due prodotti a denominazione) hanno lavorato mani sapienti. Due professionisti di grido: il totem in attività dell’enologia italiana, nonché presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, e il wine-maker di Masi Agricola, Andrea Dal Cin.
Terregiunte: il vino
Dalla loro inedita alchimia, facendo ricorso a un prolungato affinamento in piccole botti di rovere e al riposo in bottiglia, è sgorgato un rosso rubino profondo, dalle caratteristiche organolettiche precise: sapido, potente, caratterizzato da tannini setosi ed eleganti. Balsamico al naso con sentori di tabacco, amarena, mirto, prugna e un pizzico di cacao. Al palato la struttura è compatta, progressiva, densa e golosa. A segnarne le caratteristiche, il sodalizio di vitigni che il connubio reca in dote: 70% Corvina, 25% Rondinella e 5% Molinara per il Veneto; 100% Primitivo di Manduria per la Puglia.
Terregiunte: debutto in grande stile
Il debutto di Terregiunte è stato in grande stile. La passione dei due produttori, Boscaini e Vespa, ha trovato cittadinanza presso lo storico (e cinematografico) hotel Cristallo di Cortina, alla presenza dei due enologi, Cotarella e Dal Cin, dell’ex ministro alle politiche agricole e attuale governatore del Veneto, Luca Zaia, e del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Terregiunte: la genesi
Ed è qui che Boscaini- mister Amarone ha rivelato la genesi del nuovo vino: “L’idea è venuta a Vespa. Quando me ne ha parlato la prima volta l’ho presa come una provocazione. Poi, come una grande opportunità per l’Italia. Vede, nel nostro paese abbiamo tantissimi prodotti con denominazioni diverse, ma il ‘vino d’Italia’ è inteso purtroppo come vino da tavola. Così, nel 2016, abbiamo deciso di dare inizio a questa nuova avventura, con la volontà di esprimere in sintesi l’eccellenza del vino italiano”. Quindi, il presidente Federvini offre una chiave di lettura geo-economica: “Terregiunte” spiega “porta un messaggio moderno, un più comprensibile made in Italy per paesi come la Cina, dove è pura utopia pretendere che si conoscano le tante, troppe - pur eccellenti - denominazioni territoriali del nostro paese”.
Un racconto a cui fa eco il giornalista: “Nel 2015 avevo in mente questa idea un po’ pazza”, spiega Vespa “ne parlai con Cotarella che trovò il progetto praticabile. Poi, ci chiedemmo a chi proporre un’innovazione così coraggiosa. Bisognava scegliere un partner serio ed affidabile. Il primo della lista naturalmente era Boscaini. È finita che il principe azzurro, l’Amarone di Masi, ha accettato di sposare Cenerentola, il primitivo della mia famiglia. Nel 2016 i nostri due enologi si sono messi al lavoro con entusiasmo. A novembre saranno disponibili 12.000 bottiglie”.
L’annata 2016, prodotta in 12.000 bottiglie e 500 magnum, sarà disponibile sul mercato da novembre 2019 ad affinamento ultimato, in vendita ad un prezzo di fascia medio alta. Sebbene sia già acquistabile en primeur.
Terregiunte. l'etichetta
Anche l’etichetta è significativa e ricorda gli stilemi delle carte da gioco: due territori e due soli capovolti, uno calmo e riservato al Nord, l’altro rovente e vibrante al Sud, illuminano la cupola di Marano di Valpolicella e la Torre Burraco di Manduria. Al centro le onde del Mar Jonio si fondono con le colline ai piedi dall’Alpe.
Terregiunte: la sfida
Un’operazione inedita, dunque, su un piano produttivo e di marketing, che Cotarella non esita a definire: “una sfida enorme”. E spiega il perché: “Inizialmente, Andrea Dal Cin e io avevamo timori, perché a monte c’erano due nomi importanti, come Boscaini e Vespa. Dovevamo fare un vino alla loro altezza e non sempre è possibile; specie quando si lavora in zone così differenti”. Poi ammette: “Masi e Vespa sono stati molto coraggiosi a chiedere a due enologi diversi, ognuno col proprio vino, di fare un unico vino. È un po’ come affidare la realizzazione di un quadro a due pittori, ognuno col suo pennello e i suoi colori. O vieni fuori un disastro o una cosa eccezionale. A voi la risposta”.
Su tutto la benedizione dei due governatori. Per Zaia, presidente della prima regione vitivinicola d’Italia: “Terregiunte è un blend innovativo. Una grande unione che ben rappresenta l’Italia”. Emiliano, da parte sua, ha ricordato l’antico sodalizio della Serenissima a difesa delle coste pugliesi. Entrambi hanno convenuto che le autonomie dei territori, l’autorevolezza e le personalità distinte dei vini, devono lasciar spazio a una grande visione d’insieme del paese.
a cura di Luigi Chiarello