Si è appena conclusa la 14° edizione di Terra Madre Salone del Gusto, la prima di nuovo in presenza dopo 4 anni. Come è andata? Proviamo a tirare le somme di un’edizione decisamente diversa: come tematica, come location, come pubblico.
Il cibo ci salverà? Cifre e progetti emersi in Terra Madre Salone del Gusto
Un po’ di cifre, per cominciare: oltre 350 mila passaggi al Parco Dora sono un successo, non si discute. Come i 3000 delegati da 130 paesi che hanno discusso e si sono confrontati per 5 giorni sui tempi della rigenerazione e sulla possibilità di salvare il mondo con il cibo.
E sono venuti fuori numerosi spunti interessanti con la consueta ricchezza di incontri che la macchina di Slow Food sa mettere in campo.
Si è parlato di suolo, da dove nasce il cibo vero, e di prati stabili che conservano la biodiversità naturale assicurata da decine di specie erbacee spontanee: e a Terra Madre è stato presentato il progetto che mira a difenderli e ad aumentarne la superficie, promuovendo i prodotti lattiero-caseari ottenuti da animali allevati al pascolo: bel cambiamento di prospettiva, per modificare l’approccio tra uomo e animali, che non possono essere considerati semplici mezzi di produzione.
Si è parlato di rigenerazione naturalmente, tema della manifestazione. Per esempio con la rinascita delle terre alte, simboleggiata dal recupero e dalla valorizzazione dei boschi di castagni e dell’importanza di riavvicinare le città, luogo del consumo, alle campagne, da dove arriva il cibo, attraverso un ripensamento delle politiche alimentari urbane che coinvolga anche la ristorazione collettiva: le mense - anche e soprattutto quelle scolastiche – devono cambiare, insomma.
Si è parlato di solidarietà (esempio d’attualità il sostegno della rete Slow Food alle comunità dell’Ucraina) e di salute: una dieta sana e uno stile di vita attivo rappresentano la prima forma di garanzia per vivere in salute.
Tutto questo in un contesto in cui ci si incontrava con i produttori dell’Albania e del Giappone, del Kenya, l’Australia la Slovacchia, le Filippine, l’Uganda la Colombia, l’Argentina...il mondo.
Impossibile rendere conto di tutti i dibattiti, gli incontri, i convegni, le esperienze, le degustazioni, le presentazioni, le storie di cuochi, ristoratori e produttori che lavorano insieme e si occupano di cambiamenti climatici, spreco alimentare, reperimento degli ingredienti, i progetti di turismo slow del food in Carinzia.
Da Terra Madre Salone del Gusto il progetto Food regenerAction
È venuto fuori da tutti i 5 giorni un progetto di Food regenerAction che è stato riassunto in 4 punti
non sprecare, visto che un terzo del cibo prodotto viene buttato via
consumare meno carne, più verdure: come ha dichiarato Petrini “l’eccedenza delle proteine animali nelle diete occidentali è fuori da ogni logica e ha conseguenze enormi sul clima e sulla salute”.
scegliere la biodiversità a tavola: frutta e verdura meno diffuse, pani con farine di grani antichi, formaggi a latte crudo
seguire la stagionalità: consumare alimenti locali, nella stagione giusta, coltivati secondo princìpi agroecologici
Non sembra difficile, e può cambiare molto: ognuno può/deve fare la propria parte. Sul sito di Slow Food è disponibile il Regeneraction Toolkit, per scoprire concretamente che cosa ciascuno può fare per combattere il sistema alimentare globale oggi dominante.
Un Salone del Gusto giovane
È stata una festa dei giovani (e giovanissimi) e per i giovani: migliaia di ragazze e ragazzi sono stati protagonisti di Terra Madre, con 600 volontari, studenti di istituti scolastici torinesi che hanno accompagnato i delegati assistendoli anche nelle traduzioni, hanno condotto conferenze e tavole rotonde, organizzato momenti di formazione rivolti ai coetanei in ambito agricolo, costruito il cartellone delle attività dello spazio di Slow Food Youth Network e dell’Area Giovani Turismo Agricoltura.
E hanno partecipato agli appuntamenti del Giardino dell’Educazione, uno degli spazi più interessanti dell’evento. Realizzato in collaborazione con l’Orto Botanico di Torino, un grande orto a forma di mandala è stato la porta di accesso allo spazio educazione, fitto di piante, con un orto sinergico, un orto amico degli insetti impollinatori, una grande aiuola coltivata secondo i princìpi della permacultura, e al centro una grande food forest, il bosco commestibile di Parco Dora. L’educazione a un nuovo modo di rapportarsi al cibo comincia da piccoli, con giochi a tema, spazi didattici e le letture animate: e vedere bambini e genitori qui è stata una bella emozione.
Il mercato e lo street food di Terra Madre Salone del Gusto
Gli spazi a riscuotere il maggiore successo di pubblico sono stati il mercato e lo spazio dei Presìdi ed è stato letteralmente preso d’assalto il settore dello street food e dei birrifici con code infinite davanti al food truck di Van Ver Birger, torinese e 100% veg, ma anche allo stand siciliano delle Delizie, con i cannoli, per fare un paio di esempi opposti non solo geograficamente.
Anzi, l’aspetto un po’ fieristico ha finito quasi per prevalere, ed è una delle critiche che sono state mosse all’edizione 2022 di Terra Madre. Ma i 700 espositori del mercato sono soddisfatti: hanno avuto contatti interessanti con oltre 100 buyer da più di 10 Paesi.
Terra Madre Salone del Gusto: pro e contro
I pro
È stata una grande festa del food, in un contesto inedito (al Parco Dora si tengono concerti, eventi di breve durata, mai un salone di questa portata), in una zona rigenerata - ideale per parlare di rigenerazione - e in un quartiere non centrale che si inserisce in quell’attenzione alle periferie che è un elemento base delle politiche del territorio a Torino (e non solo). I produttori sono soddisfatti, le vendite sono andate oltre le aspettative, i contatti fruttuosi, c’era molto interesse verso i prodotti e molta curiosità.
Qualche contro
Tutto bene allora? Non proprio, criticità ce ne sono state e andranno affrontate nel caso (se ne è parlato) di riproporre qui la prossima edizione di Terra Madre.
Logistica: le code del primo giorno, mal gestite. La mancanza di una segnaletica chiara per i parcheggi, la difficoltà a raggiungere il luogo con i mezzi pubblici che non hanno incrementato, come si sperava, i passaggi.
La difficoltà a orientarsi: cartellonistica insufficiente e solo in italiano, ahinoi, percorsi labirintici, persino lo stand del Piemonte, padrone di casa, non era indicato nei cartelloni ed era complicato da raggiungere.
Allacci elettrici e scarichi insufficienti, servizi igienici andati più volte in tilt (e, scusate il caso di categoria, una sala stampa per i giornalisti quasi introvabile).
Terra Madre Salone del Gusto 2022. Le conclusioni
I detrattori hanno definito il salone una grande fiera del food, più commerciale e folkloristica che di riflessione, in cui laboratori e incontri hanno coinvolto una percentuale ridotta di pubblico. E rimpiangono le edizioni passate al chiuso del Lingotto, più sistematiche, con un biglietto di ingresso, anche simbolico, per dare valore all’evento. I fan parlano con entusiasmo di una scommessa vinta, di un salone visionario, proiettato nel futuro, che ha saputo parlare e proporre un cibo buono, pulito e giusto in uno scenario suggestivo ma certamente impegnativo e con un evento totalmente gratuito, dunque accessibile a ogni tipo di pubblico.
Di sicuro, per il futuro, toccherà riflettere e proporre un’edizione di Terra Madre Salone del Gusto più rispondente alle esigenze di pubblico, espositori, partner e organizzatori. Staremo a vedere. Intanto più di 350 mila persone hanno visitato il salone della rigenerazione: i numeri non sono tutto, ma niente male per la prima volta.
a cura di Rosalba Graglia
Foto: @Slow Food