Chi è stato alla British Library, la biblioteca di Londra che tra i tanti tesori conserva anche la Magna Carta e alcuni manoscritti dei Beatles, sa bene che la caffetteria al piano terra è uno dei luoghi più gettonati per fermarsi a scrivere mentre si sorseggia una buona tazza di tè. Ora, però, i prezzi sono aumentati a dismisura e gli inglesi si ribellano.
I rincari nelle caffetterie dei musei
Un biscotto ripieno al marzapane costa 5.95 sterline, una semplice tazza di tè a portar via 2.25 sterline. Succede alla biblioteca ma anche al National Maritime Museum, all’Imperial War Museum, al National Museum of Scotland. E non solo nei musei: catene di caffetterie come Costa o Caffè Nero hanno alzato tutti i prezzi, tè compreso, arrivando a far pagare il classico English Breakfast (una semplice bustina di tè nero in acqua calda) tra le 2.45 e le 2.65 sterline.
Se nei musei – che restano a ingresso gratuito – può essere comprensibile un rincaro sui servizi, nei franchising di caffetterie la questione è ben diversa. Ma quanto dovrebbe costare una tazza di tè? Secondo il Guardian, non più di una sterlina. A scriverlo è l’autore Luke Turner, che ha deciso di intraprendere una campagna per far abbassare i prezzi del prodotto più amato dagli inglesi. Già, ma come?
#onequidtea, prezzo fisso a una sterlina per il tè
Lo scrittore sembra avere una soluzione. Basta prendere a esempio realtà come l’Humphry’s Café all'Highams Park, a nord est di Londra, un locale sostenuto dalla comunità creato in un ex capannone di prefabbricati del dopoguerra. Lì è possibile gustare una tazza a una sola sterlina, scegliendo poi tra le opzioni gastronomiche a corredo, dal toast di pane a lievitazione naturale con avocado alla bowl di yogurt. Si punta sul cibo, insomma, lasciando che la bevanda sia automaticamente scelta da tutti.
Non parliamo di foglie pregiate, naturalmente, ma di semplici bustine di qualità medio-bassa che per le attività hanno un costo irrisorio. Nessuna preparazione, nessuna tecnica: si lancia la bustina nella tazza con acqua calda e il gioco è fatto. Per questo Turner è convinto che la bevanda, un'istituzione nel Regno Unito, debba restare un comfort, uno di quei prodotti che viene ordinato di default, per poi concedersi una fetta di torta o un panino.
Democratico, popolare, il tè deve essere di tutti. Per questo l'autore del Guardian invita il popolo britannico a portare avanti la battaglia con l'hashtag #onequidetea (tè a una sterlina) affinché i grandi brand abbassino i prezzi in tutto il Regno Unito. Pagare 6 sterline per un biscotto al marzapane è follia, ma se proprio non ci sono altre opzioni, che almeno ci sia un English breakfast con un goccio di latte vicino.