Take away in compagnia
Arriva dalla Finlandia l’ultima frontiera del mangiar fuori casa, che sovverte le regole per assecondare un fenomeno in aumento. Se il take away è l’espediente a cui nessuno sa più rinunciare per ottimizzare tempi e spesa, non è detto che tutti siano disposti a privarsi della convivialità del pasto o delle comodità che offre una cena seduti al tavolo del ristorante. E allora il pop up aperto all’inizio di gennaio e operativo fino a qualche ora fa a Helsinki ha cercato di offrire un’opportunità in più agli avventori che di consumare un’insalata sul divano di casa davanti alla tv proprio non hanno voglia. In collaborazione con un servizio di food delivery online che porta in dote un nutrito circuito di ristoranti locali, Take In – come si chiama il locale senza cucina ideato nella capitale finlandese – ha messo a disposizione uno spazio attrezzato per consumare cibo take away al ristorante. Come usufruirne? Semplice e senza costi aggiuntivi, nonostante la sala fosse servita da uno staff attento alle richieste dei clienti, che porta il cibo a tavola e aiuta i commensali a orientarsi in questa insolita esperienza. E il progetto è stato in grado di raccogliere consensi trasversali: anche le quattro insegne fine dining più acclamate in città – Atelje Finne, Komm, Muru, Pastis – hanno deciso di studiare uno speciale menu take away pensato per essere consumato da Take In, aperto con orario continuato dalle 15 alle 22 durante la settimana, dalle 13 alle 20 il sabato. Vantaggiosa e ben concertata anche l’ubicazione del locale, nel centro della città e non distante dalla stazione ferroviaria e dal National Theatre, studiata per favorire una rapida affermazione del format, peraltro facilmente replicabile.
Mangiare da Take In. Come funziona
Al momento, il primo esperimento della serie è stato disegnato per accogliere una cinquantina di commensali per volta, e pur non avendo cucina mette a disposizione stoviglie e posate su richiesta; oltre al servizio bar, per le consumazioni alcoliche e non. L’idea insomma è quella di ricreare un salotto aperto a tutti nel cuore della città, incoraggiando una forma alternativa di social eating tra le mura di un locale pubblico, mentre tanto si discute sulla legittimità degli home restaurant (specialmente in Italia, dove qualche settimana fa è stata approvata una controversa legge in materia). Tanto che ogni tavolo è stato pensato per un minimo di due commensali, conosciuto o meno che sia il compagno di merende. Ma come si ordina un pasto da Take In? È sufficiente accomodarsi al tavolo – non è richiesta la prenotazione – e ordinare via app (Wolt è la rete di riferimento) dal ristorante preferito. Il pasto arriverà nel più breve tempo possibile direttamente tra le mani di chi l’ha ordinato, che nel frattempo potrà intrattenersi bevendo un calice di vino o conversando con i propri vicini. Risolutiva per chi è in cerca di compagnia, l’idea ben si addice anche agli indecisi che non sanno proprio mettersi d’accordo su dove prenotare per cena: che si tratti di cucina etnica, pizza o specialità della tradizione locale, la possibilità di pescare dal menu di oltre 20 ristoranti di vario genere seduti allo stesso tavolo è una bella comodità per gruppi d’amici e famiglie che rivendicano esigenze e gusti diversi.
Dietro all’iniziativa c’è la supervisione di American Express, e questo lascia pensare che, se il bilancio dell’esperimento appena concluso darà esito positivo, presto potrebbero aprire ristoranti senza cucina in altre città d’Europa e del mondo.
Data Kitchen a Berlino. Il ristorante automatico
Ma formule alternative di ristorazione arrivano anche da Berlino, dove Data Kitchen ha aperto sul finire del 2016 per valorizzare le potenzialità dei big data, inaugurando di fatto una nuova frontiera del self service che punta sulla “digitalizzazione umanizzata”. In sala nessun cameriere, l'ordine avviene via app e online, il cibo viene consegnato al cosiddetto Muro del cibo, nel box indicato sul display del telefono. Il ritiro è facilitato dalle indicazioni luminose proiettate sul box in questione, ma in sala c'è pure un responsabile dell'accoglienza pronto a rispondere a qualsiasi domanda. Chi rende possibile tutto ciò è la Sap, specializzata nella produzione di software, che in partnership con Ars Electronica Futurelab e Cosmocode ha ideato il ristorante automatico di Rosenthaler Strasse.
La cucina c'è, ma non si vede, e lavora al servizio della funzionalità e dei tempi ridotti di una pausa pranzo, senza rinunciare alla qualità della proposta gastronomica. Ingredienti selezionati, stagionalità, e un cuoco, Alex Brosin, che vanta esperienze importanti.
Data Kitchen | Berlino | Rosenthaler Strasse | https://datakitchen.berlin/en/
a cura di Livia Montagnoli