L'abbassamento dei prezzi
“Abbasseremo i prezzi di Whole Foods senza compromettere la qualità dei prodotti”. Questo l'annuncio da parte di Jaff Wilke, responsabile di Amazon Worldwide Consumer, che sta facendo scalpore nel settore della grande distribuzione internazionale. Una nuova politica dei prezzi, a cominciare da questa settimana, dopo l'ufficializzazione dell'acquisizione di Whole Foods, una notizia che preannuncia lotte intestine fra le imprese del settore, che si trovano a dover far fronte a una guerra dei prezzi a tutti gli effetti. Uova, pollo, mele, avocado, burro di arachidi, salmoni e tanti altri prodotti saranno disponibili sugli scaffali dei 460 negozi della catena dedicata al biologico a prezzi inferiori. Altri ribassi, è già stato preannunciato, arriveranno in futuro.
Whole Foods: lo sviluppo e la crisi
Acquistata per 13,7 milioni di dollari, Whole Foods è una catena che ha fatto storia nel mondo della grande distribuzione, nata con tutte le migliori intenzioni: prodotti naturali, sani, attenti alle esigenze alimentari, e diverse campagne di responsabilità sociale all'attivo. Dettagli che oggi, nell’era del salutismo a tutti i costi, possono sembrare scontati, ma non nel '76, quando John Mackey ha iniziato in Texas la sua guerra al junk food. Nonostante abbia saputo anticipare di decenni una tendenza ormai radicata nella nostra società, l'impresa non è stata immune a una profonda crisi economica. A sanarla, ci ha pensato Jeff Bezos, che in Whole Foods crede fino in fondo, poiché “offre i migliori prodotti organici e naturali, rende divertente mangiare in modo salutare, sta facendo un ottimo lavoro e vogliamo che continui”.
La reazione degli altri supermercati
La fama di Whole Foods è sempre stata infatti quella di un supermercato esclusivo, caro e poco accessibile alla clientela di massa. Non c'è da stupirsi, dunque, che Bezos abbia ora intenzione di rendere i prodotti targati Whole Foods più fruibili. La catena texana è stata fra le principali a risentire del calo dei consumi in Gran Bretagna, dove la sua presenza è limitata rispetto a quella di giganti come Tesco (in calo dell'1.8%) e Sainsbury (in calo dell'1%). E sono proprio i grandi nomi della gdo internazionale a dover far fronte, ora, a una guerra a suon di sconti e offerte. Tesco, Sainsbury, Mark&Spencer nel Regno Unito, e ancora Kroger, Costco e SuperValu: tutti supermercati storici che hanno perso undici miliardi di dollari, in termini di capitalizzazione di Borsa. Affronta invece la sfida a testa alta Walmart, con ben 5.330 sedi distribuite negli Stati Uniti, e altre nuove in procinto di aprire.
I progetti di Amazon
Nel frattempo, Amazon sperimenta con AmazonFresh Pickup, nuovo format di e-commerce che si propone come compromesso fra lo shopping online e quello tradizionale, un sistema che consente ai consumatori di fare la spesa online e ritirarla dopo soli 15 minuti, evitando le code. E poi ancora AmazonGo, tecnologia d'avanguardia che permette di evitare la fila alla cassa grazie all'addebito sulla carta di credito tramite smartphone. Modelli di tencologia e delivery intelligenti e futuristici che, stando alle dichiarazioni di Bezos, verranno presto applicati anche ai punti vendita Whole Foods. Intanto, i supermercati biologici possono godere del programma fedeltà Amazon Prime, sistema che ha rivoluzionato il mondo delle consegne a domicilio, accorciando i tempi ed effettuando il delivery in un solo giorno.
a cura di Michela Becchi