Come rispondere al predominio dei locali di cucina cinese o di cucina asiatica (non è facile inquadrarla) gestita da patron cinesi? I giapponesi sotto alla Madonnina – amati sin dagli anni ’80 - hanno da tempo deciso che ci sono sostanzialmente tre strade: la specializzazione (vedi i posti recenti dedicati al ramen, al teppan o al temaki); il sushi “old style” (tanti bugigattoli apparenti nascondono maestri in materia, per la cronaca quasi tutti passati da Nobu Armani) o una cucina praticamente uguale a quella che si gusta a Osaka o Tokyo: difficile da far capire inizialmente ma poi amatissima dai veri gourmet milanesi e non.
Una quarta via è quella dei grandi locali, che richiedono seri investimenti da parte di imprenditori giapponesi: l’ultimo, in ordine di tempo ma già entrato nella top list milanese, è il Sushi B che ha aperto qualche mese fa – senza dare troppo nell’occhio – nel cuore di Brera, quartiere dove l’eccellenza gastronomica si piega quasi sempre al “cassetto”, giocando sull’imperizia dei turisti stranieri.
Il Sushi B si presenta per quello che è: un locale semplice, rigoroso ma “figo”. Subito varcata la porta d’ingresso c’è la zona aperitivo: elegante nei mesi freddi, spettacolare nella versione estiva con il giardino verticale - è la moda, bellezza - a dare il tocco in più. Al primo piano, il ristorante con una cinquantina di coperti: colori scuri, tavoli ben distanziati, poltrone comodissime, un banco teppanyaki (ma con la zona cottura giustamente separata dai clienti), un’illuminazione ideale. Il sushi bar, molto ampio, è nel seminterrato con poltroncine ugualmente comode; non può mancare il privè con la chef table per dieci persone.
COSA SI MANGIA DA SUSHI B
Il menu di Sushi B ha una chiara impronta classica: sushi/sashimi con 25 tra pesci, molluschi e crostacei, tempura con ampia disponibilità di verdure (c’è un degustazione tutto vegetariano), chirashi e zuppe. Già nei sushi rolls – molto buoni – fa capolino la fusion (Anguilla e foie gras, Dai mari del nord, California…) e si intuisce che l’approdo non può che essere il gioco totale sull’asse Italia-Giappone. Da qui la ricciola con mizuna e yuzukosho, il dentice scottato con vongole e acqua di mare, l’astice 40 secondi con crema di miso, il sigaro di pasta fillo con sarde al profumo di shiso, il polpo arrostito con maionese al mentaiko.
Tutti piatti dove ci sono tecnica rigorosa e il piacere di andare oltre, senza perdere di vista il gusto principale. Il “biglietto” ovviamente non è per tutte le tasche (tanto per dare un’idea, la selezione di sushi creativo costa 40 euro) ma vale la visita sia per la proposta culinaria – in questo senso consigliamo un omakasé, il menu degustazione – sia per il posto, gestito bene in cucina e altrettanto in sala, con un team giovane, ben coordinato e “centrato” per un locale del genere.
a cura di Maurizio Bertera
Sushi BÂÂÂ | via Fiori Chiari 1/A, Milano | tel. 02 89092640