“A dramatic slowdown”. L'istituto di ricerca britannico Iwsr non usa mezzi termini per descrivere l'inversione di tendenza nelle vendite mondiali del settore spirits, che nel 2013 registra un aumento di soli 0,1 punti percentuali, per un totale di 3,09 miliardi di casse (1 cassa = 9 litri), al cospetto di una crescita costante pari a 6,5% fatta segnare tra 2007 e 2011. Un trend preoccupante la cui causa è da attribuire al forte rallentamento dei mercati Cina e India, il cui aumento rispettivo dello 0,8% (1,18 miliardi di casse) e dell'1,2% (310,6 milioni di casse), è ben lontano dalle performance in doppia cifra registrate fino a poco tempo fa.
Tra le tipologie, il whisky, che nel 2013 fa segnare la maggiore crescita tra i distillati, nota l'Iwsr nel suo report, ha guadagnato soli 8 milioni di casse a quota 361 milioni; la Vodka è passata a 496,3 milioni di casse (+2,3 mln), con il Rum che ha perso 4,5 milioni di casse a 145,6 mln.
La zona Asia-Pacifico resta la più importante per le vendite di superalcolici, con 1,93 miliardi di casse. Il maggiore incremento è delle Americhe (+1%) mentre la maglia nera è tutta dell'Europa (-2,2% a 291 milioni di casse) con Spagna e Italia, in difficoltà economiche, che hanno lasciato sul terreno rispettivamente 900 mila e 500 mila casse. Giù anche la Germania. Uno sguardo al mercato degli spirits di Russia ed ex Paesi sovietici: nel 2013 sono stati consumati 363,9 milioni di casse, in lieve risalita sul 2012, con il whisky che ha guadagnato spazi (soprattutto in Russia e Ucraina) ai danni di una vodka penalizzata dalle misure governative (specie in Russia) contro l'abuso di alcolici.
A cura di Gianluca Atzeni