Sunday roast: l’arrosto della domenica
Semplicemente, l’arrosto della domenica. È questo il significato del Sunday roast, pasto britannico che ruota attorno al roast beef ma che prevede una serie di altri prodotti e salse gustose, da servire in uno stesso piatto ricco e variopinto, per celebrare la domenica insieme agli affetti, ma anche le grandi occasioni, dal Natale alle riunioni familiari. Tradizionalmente, si mangia attorno alle 15, anche se ormai sono in molti a consumare il pasto della domenica verso l’ora di cena, soprattutto se al mattino si è rispettata la tradizione della English breakfast con bacon, uova e altre prelibatezze, riservata al weekend. Del resto, la preparazione per il Sunday roast è lunga e laboriosa, a cominciare dalla carne, che viene cotta fino a un’ora di tempo, a seconda dei gusti personali.
Sunday roast: il roast beef e il consumo di carne in Inghilterra
Un rituale che si è iniziato a diffondere a fine Quattrocento, durante il regno di Enrico VII, periodo in cui il consumo abbondante di carne era abitudine comune a palazzo, soprattutto fra le guardie reali, il cui nomignolo era proprio “Beefeaters”, letteralmente “mangiatori di manzo”. Sono proprio le guardie a iniziare la tradizione del roast beef della domenica, mettendo a cuocere la carne (generalmente filetto, controfiletto o spalla) la mattina prima di andare a messa. La pratica si è consolidata nel corso dell’Ottocento: le donne lasciavano la carne a cuocere nei forni dei paesi, che di domenica erano chiusi, per riprenderla poi di ritorno dalla chiesa, perfettamente arrostita. Una tradizione raccontata anche da William Kitchiner nel volume del 1871 “Apicius Redivivus: Or, The Cook’s Oracle”, in cui l’autore consiglia di mangiare circa 3 chili di carne a settimana per mantenersi in salute, a sottolineare ancora una volta il ruolo centrale che questa gioca nell’alimentazione britannica. Oggi, il roast beef viene spesso sostituito anche con pollo arrosto.
Sunday roast: verdure e Yorkshire pudding
Accanto alla portata principale, verdure arrostite – carote e pastinache in primis – patate, cotte sia in forno che a mo’ di purè, piselli, broccoli, cavolfiori, ma anche pigs in blanket, (“maialini nella coperta”), delle salsicce di maiale avvolte nel bacon. E poi gli immancabili Yorkshire puddings, pastelle cotte in forno dalla forma simile a quella dei muffin, in origine cotte sotto il roast beef così da trattenere tutti i succhi della carne. La prima testimonianza scritta della ricetta si trova in un libro chiamato “The Whole Duty of a Woman” (Tutti i doveri di una donna) del 1737, dove vengono citati con il nome di dripping pudding, ovvero pudding “gocciolanti”.
Sunday roast, le salse: gravy e horseradish
Oggi i puddings non vengono più cotti sotto la carne, ma a impreziosire tutto il piatto, dal roast beef alle verdure, c’è il gravy, una salsa densa fatta con il fondo di cottura della carne, arricchito con erbe aromatiche e spezie, brodo e un po’ di farina per renderla più consistente. Il nome deriva dal termine francese gravé, parola in uso nel Trecento per descrivere brodi di carne o di pesce ma anche i succhi della carne che fuoriuscivano durante la cottura in forno. In commercio se ne trovano diverse varianti granulari pronte all’uso, una sorta di dado da allungare con acqua calda, ma il cui sapore è ben lontano dalla versione casalinga. In sostituzione del gravy, viene utilizzato spesso anche l’horseradish, una crema piccante a base di rafano.
Il dessert del Sunday roast: trifle e crumble
Per dessert sono due le opzioni principali fra cui scegliere: trifle o crumble, i più iconici dolci britannici. Il primo è un dolce al cucchiaio goloso e dall’aspetto barocco, composto da diversi strati di pan di Spagna imbevuti nello Sherry o altri vini liquorosi, crema pasticcera, panna montata e frutta (secondo molti, la ricetta della zuppa inglese deriverebbe proprio da questa preparazione). Nato come specialità di recupero, per utilizzare i pezzi di pan di Spagna e la frutta avanzata, nel tempo il trifle divenne sempre più popolare e iniziarono a diffondersi diverse varianti con gelatina di frutta e altri ingredienti.
Il crumble, invece, è un impasto croccante fatto con farina, zucchero e burro, sbriciolato con le mani in modo da ottenere una consistenza friabile e usato per ricoprire della frutta appassita in padella con burro, zucchero e spezie dolci. La leggenda narra che il dolce sia nato in seguito al razionamento delle risorse alimentari durante la Prima Guerra Mondiale, quando in mancanza di farina e burro gli inglesi sostituirono la pasta delle classiche pie con briciole di frolla. Si può preparare con qualsiasi tipo di frutta, anche se le versioni tradizionali sono a base di mele o rabarbaro. Abbinamento immancabile, quello con la crema inglese calda.
Dove gustare il Sunday roast
La quarantena è il momento ideale per sperimentare nuove ricette, ma quando l’emergenza sarà finita e si potrà tornare a viaggiare, per assaggiare un Sunday roast ad hoc non esiste luogo migliore dei pub, locali dall’anima antica che custodiscono una cucina povera e di tradizione, che racconta la storia del Paese. Punti di ritrovo, ancor prima che luoghi di ristoro, dove rilassarsi con i colleghi dopo lavoro o vedere le partite in compagnia. Una tappa imperdibile per ogni inglese che si rispetti fin dal Quattrocento, periodo in cui i primi pub – abbreviazione di Public House, case pubbliche che offrivano da bere - iniziano a fare capolino agli angoli delle strade, presentandosi come delle specie di osterie, dove trovare vitto e alloggio. Nel frattempo, se il pranzo è troppo laborioso, si può sempre provare con una colazione inglese!
a cura di Michela Becchi