Ci sono diverse cose che a un inglese non puoi toccare, e calcio e fagioli in scatola sono sicuramente tra queste. I baked beans nel Regno Unito si mangiano a colazione, pranzo, cena, da bambini per una coccola cremosa, da studenti universitari per un pasto nutriente con budget minimo, la domenica mattina per una English breakfast completa. Nel tempo hanno convinto anche gli americani, e ora tutti sembrano impazzire per i legumi pronti.
I fagioli in scatola, sul pane
Riprodurre in casa la ricetta è impossibile, è uno di quei sapori industriali indefinibili, una salsa al pomodoro densa e acidula presente in quantità generose. Si possono gustare in tanti modi ma il migliore, per chi è cresciuto nel Regno Unito, resta quello classico: beans on toast, i fagioli scaldati qualche minuto in padella, versati su una fetta di pane tostato (e magari imburrato) e poi conditi con del formaggio Cheddar grattugiato sopra. Una spolverata di pepe nero, et voilà, ecco un pasto economico, abbondante, a base vegetale e goloso al punto giusto.
Comfort food per antonomasia per il popolo britannico, i fagioli in scatola sono comuni anche negli Stati Uniti, ma non in abbinamento al pane. Un utente su Reddit, tempo fa, si è chiesto il motivo di questa “ostilità degli americani verso i fagioli sul toast”, ricevendo quasi 500 risposte diverse. In un altro forum, un fan dei beans on toast ha invece raccontato di averli mangiati una volta per Natale, “il miglior Natale della mia vita”.
Non più cibo per studenti squattrinati
I fagioli in scatola sono diventati ormai un’icona, un mito gastronomico. La scalata da cibo umile a emblema di una cultura pop culinaria è ormai compiuta, e i produttori giocano sempre più con sapori e profumi, aggiungendo ingredienti come bourbon o jalapeños. L’azienda Serious Bean, per esempio, punta molto sulla versione con la Dr Pepper, la bibita gassata aromatizzata alla ciliegia, e la consiglia per il pollo al curry con latte di cocco. Poi, naturalmente, via libera alla fantasia: “C’è spazio per i fagioli un po’ in tuto” ha dichiarato il co-fondatore dell’azienda Trey Taylor.
La pizza coi fagioli e la ballata
Le ricette da fare in casa sono diverse, ma allora perché non proporre un piatto già pronto con i fagioli in salsa? La Kraft Heinz ci prova dal 2002, propinando di anno in anno un’edizione limitata della pizza surgelata con i fagioli (forse non proprio l’idea migliore). L’obiettivo? “Liberare i fagioli dalla lattina”. Così i legumi sono finiti anche dentro gli hash brown, delle crocchette di patate e cipolle grattugiate tipiche della cucina americana, oppure insieme alle carote per dei nuggets al curry.
Come si capisce quando si è all’apice del successo? Un inno dedicato, probabilmente, è un buon segno. A scriverlo, il cantautore Josh Groban su richiesta dell’azienda produttrice Bush Brothers & Co. che, venuta a conoscenza del suo amore per i fagioli, ha chiesto all’artista di comporre una ballata. “Non è un frutto e il motivo per cui poi fai rumore si chiama oligosaccaridi” è una delle frasi della canzone, con riferimento a quegli elementi (gli oligosaccaridi) che spesso possono causare gonfiore. E c’è addirittura un video musicale di accompagnamento.
Fagioli in scatola, un'icona pop da tatuarsi
C’è chi all’argomento ha dedicato un libro intero, come Meg Muckenhoupt, autrice de “La Verità sui Fagioli in Scatola” che spiega che – nonostante il nome fuorviante (baked significa infornato) – i legumi vengono in realtà semplicemente cotti al vapore e poi conditi. E sono un’istituzione 100% British, adottata e riadattata poi dagli americani, in particolare gli abitanti del New England, che hanno dato il via alla diffusione della specialità negli Stati Uniti.
Come sempre, quando un cibo diventa iconico, c’è chi ama esagerare: ne è un esempio Barry Kirk, signore del Galles che si fa chiamare Captain Beany e che per il suo sessantesimo compleanno si è tatuato 60 fagioli sulla testa e al posto delle sopracciglia… un po’ troppo, decisamente, ma in fondo lo ha fatto per raccogliere soldi per beneficenza.