Microtipico. Cosa significa
Microtipico è il cibo che mangi da sempre nelle occasioni più informali, è il cibo dei tuoi nonni, preparato con le materie prime del territorio. È economico, non costa fatica nella preparazione, il cibo che sazia senza appesantire, che mette d'accordo tutti, comodo da distribuire in tavola, pratico da mangiare ovunque, meglio se senza l'ausilio di posate.
“Fondamentalmente quelli che abbiamo chiamato cibi microtipici sono presenti da sempre nella nostra quotidianità, ma spesso vengono dimenticati probabilmente per un processo di rimozione, più o meno consapevole, del nostro passato storico di indigenza e povertà, in cui la maggior parte delle abitudini alimentari si sono conformate”. Racconta Dario Oggiano, che insieme a Elisabetta Di Bucchianico ha dato vita ad Arago Design de L’Officina delle Invenzioni e a una collezione di gioielli in porcellana chiamati per l'appunto “Microtipici”.
Elisabetta, Dario e i loro oggetti di ceramica Arago Design
Entrambi laureati in Disegno Industriale, entrambi di Pescara, nel 2004 hanno aperto lo studio laboratorio “l'Officina delle Invenzioni” per occuparsi di progettazione e ricerca nell'ambito del design del prodotto, dell'architettura d'interni, dell'arredo urbano e della grafica. Con una predilezione per la ceramica e il bagaglio di storia che si porta dietro, tanto da aver depositato il marchio Arago Design per tutti quegli oggetti creati partendo da questo materiale.
I Microtipici
Tra questi, i Microtipici. “Partiamo dal prodotto gastronomico - come pane, olio e gli immancabili arrosticini; pane, olio e fave; pane, olio e pomodoro; le mitiche ferratelle – e lo presentiamo con un pittogramma su un piccolo piattino in porcellana, che completiamo con una finitura in oro 24 carati”. La forma e soprattutto la dimensione ricordano i piattini dei servizi per le bambole, che Elisabetta e Dario propongono sotto forma di spilla e anello, ciascuno venduto a 30 € (fanno spedizioni, basta scrivere a [email protected]). “Abbiamo voluto in un certo senso elevare i piatti intimi di comunità, cibi tanto poveri e legati a rituali comuni, da non essere (normalmente) elevati a vessilli dell'orgoglio di un territorio. Noi li abbiamo trasformati in gioielli da indossare”.
Un progetto partecipato
La sfida è quella di coinvolgere quante più persone possibili nella proposta dei propri microtipici preferiti, magari andando a scavare tra ricordi (pane e olio è la tipica merenda dell'infanzia, che forse sarebbe bene recuperare) e momenti, persone e luoghi conosciuti. Un’idea, insomma, che parte dall’Abruzzo ma che vuole diventare una sorta di atlante dei prodotti microtipici italiani. Ognuno, dunque, a partire da metà marzo, potrà farsi portavoce del proprio microtipico e poi un comitato scientifico, composto anche da antropologi, vaglierà le varie proposte. Sbizzarritevi.
www.microtipici.it – attivo da metà marzo
a cura di Annalisa Zordan