La strabiliante storia dei donuts americani, nati nelle trincee per alzare il morale delle truppe

27 Ott 2023, 14:11 | a cura di
Quello che oggi è considerato un’icona americana, fu reso popolare dalle donne del Salvation Army, che al fronte francese friggevano ciambelle per alzare il morale delle truppe. E al ritorno in Patria esplose il fenomeno popolare che divenne business

Che cosa hanno a che fare l’Esercito della Salvezza e la ciambella più famoso del mondo? Molto, quasi tutto. È infatti grazie al movimento evangelico che diffonde nel mondo un cristianesimo interventista se il donut è diventato forse il dolce nazionale statunitense (a cui alcuni attribuiscono origini origini olandesi).

Un fritto da trincea

Una storia affascinante, raccontata da Gastropod, il podcast del sito gastronomico Eater, che ci riporta alle due guerre mondiali del Novecento. In particolare alla Prima, nel corso della quale molte donne del Salvation Army vennero mandate al fronte in Francia per aiutare i militari a stelle e strisce. I loro compiti erano confortare i feriti, guidare i sani nella preghiera, tenere alto il morale della truppa. Impresa non facile viste le condizioni disperate della prima linea francese: bombardamenti, puzza di morte e sporcizia, trincee infinite che le costanti piogge trasformavano in paludi. Ci sono state depressioni assai meno giustificate. Le donne dell’Esercito della Salvezza decisero che la cucina poteva essere un modo facile per far tornare il sorriso sui volti di quei giovani smagriti e infelici.

L’elmetto come padella

Cucinare, ok. Ma cosa? Gli ingredienti erano scarse e le attrezzature a dir poco spartane. Le torte richiedevano forni efficienti che al fronte naturalmente scarseggiavano. Così la volontaria Helen Purviance ebbe un’idea: quella di utilizzare un elmetto da soldato come padella improvvisata nella quale friggere nello strutto bollente un semplice impasto di farina, zucchero, sale, uova, latte e lievito, ingredienti comunque reperibili. La ciambella fu scelta come format per la sua semplicità. Quella foggia poteva essere facilmente ottenuta stendendo l’impasto con una bottiglia di succo d’uva, tagliandolo con un barattolo di lievito e procurando il buco con un imbuto usato come formina. Poi una spolverata di zucchero a velo e tàac.

Un dolce che parlava di casa

I soldati americani si innamorarono rapidamente di quel dolce che molti non avevano mai mangiato. La ciambella fritta era stata fino ad allora un dolce diffuso soltanto a New York, nel New England e in sporadici posti del Midwest, dove era stata portata da immigrati greci, marocchini, indiani. Le ciambelle Sallies, come presero a essere chiamate dal soprannome dato dai soldati alle angeliche assistenti, divennero il comfort food per eccellenza, un modo per masticare il senso di famiglia. “ogni ragazzotto sentiva che sua madre era da qualche parte appena dietro le linee – disse il colonnello dell’Esercito della Salvezza William Barker al Boston Daily Globe – nella nebbia e nell’umidità della notte, a friggere ciambella per lui”.

Il comando militare americano capì che la fornitura degli ingredienti necessari alla preparazione dei doughnut era un asset fondamentale per la riuscita bellica. E un corrispondente del New York Times arrivò a scrivere che “quando le memorie di questa guerra verranno scritte, anche le ciambelle e le torte di mele dell’Esercito della Salvezza avranno il loro posto nella storia”. Anche alcune canzoni popolari dell’epoca, come “My Donut Girl”, raccontarono questa forma di supporto zuccheroso che in fondo aiutò gli americani – e i suoi alleati europei – a vincere la guerra.

Il simbolo della modernità

Quando i soldati americani tornarono in Patria recarono il ricordo di quelle delizie fritte e le aziende presero a commercializzare miscele per realizzare in casa le ciambelle del fronte. Anche se il vero boom dei donuts ci fu dopo la Seconda Guerra Mondiale, in cui lo schema si ripeté, con il vantaggio di poterne produrre di più e più velocemente grazie a uno strumento che nel frattempo era stato inventato per “industrializzare” le ciambelle dell’amore. Poi negli anni Cinquanta, con il diffondersi dell’automobile, dell’urbanizzazione, della mobilità, delle catene di ristoranti, la ciambella finì per identificarsi come il dolce della modernità, veloce da fare e da mangiare e reperibile ovunque. E con quel gusto di famiglia che rendeva ogni americano un reduce anche sena guerra.

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