Le buone maniere coinvolgono qualsiasi ambito sociale. Il luogo di lavoro cosรฌ come la casa, le cerimonie, la scuola, persino le chat Whatsapp, la spiaggia, la tavola, naturalmente il ristorante, e riguardano sia i bambini che gli adulti. Il bar non fa eccezione, anzi: per molti italiani, la giornata comincia proprio al bancone, una tazzina e quattro chiacchiere con il barista. Per farla iniziare al meglio, perรฒ, รจ opportuno seguire alcune regole non scritte, apparentemente banali ma purtroppo per niente scontate. Ecco il decalogo del cliente educato.
Il decalogo del cliente educato al bar
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La richiesta
Quante volte vi รจ capitato di sentire il vicino di bancone dare ordini al barista senza neanche un saluto? C'รจ anche chi si limita a una parola sola, secca, decisa: caffรจ. I baristi - cosรฌ come i camerieri - hanno il compito di "servire" il cliente, ma questo non autorizza i consumatori a mancare loro di rispetto.
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Il cliente ha ragione quando ha ragione
ร uno di quei dibattiti destinati a rimanere senza risposta. Ma no, il cliente non ha sempre ragione. Non ce lโha nel richiedere, per esempio, un cappuccino โbollenteโ (una bevanda fatta a regola dโarte impone delle temperature precise, mai eccessive). Esistono delle regole, in cucina cosรฌ come in caffetteria, che chi insegue la qualitร โ e investe tempo, energia e denaro nella ricerca di materie prime dโeccezione โ รจ tenuto a rispettare. Ascoltare i consigli di chi ne sa piรน di noi รจ sempre vantaggioso.
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Lโacqua non รจ obbligatoria, e il bagno nemmeno
La legge impone agli esercizi pubblici di avere un bagno (tranne qualche eccezione) ma il titolare non รจ obbligato a metterlo a disposizione dei passanti a titolo gratuito (a Venezia, questo dettaglio ha scatenato una rissa tra camerieri e turisti). Idem per lโacqua: un bar รจ tenuto ad avere una fonte dโacqua potabile, ma non a somministrarla gratuitamente ai passanti. Chi entra solo per chiedere un bicchiere dโacqua il piรน delle volte viene accontentato (si tratta, come sempre, di flessibilitร e in parte anche empatia), ma pretenderlo (o chiedere di usare i servizi) senza aver consumato รจ sbagliato.
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Lโacqua prima, il cioccolatino mai
Il bicchiere dโacqua che accompagna lโespresso va, naturalmente, sorseggiato prima. Per pulire il palato e prepararlo alla degustazione. Se lo si beve dopo, si sta sbagliando qualcosa (o il caffรจ, come purtroppo spesso accade, non era buono). Il cioccolatino? ร un ricordo lontano, da dimenticare: lasciamo che la bevanda โ a patto che sia ben fatta โ faccia il suo corso sulle papille gustative.
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Gli occhiali solo in spiaggia
Potrร sembrare una banalitร ma, di nuovo, chiunque frequenti abitualmente i bar potrร confermare che non รจ affatto ovvio: quando si entra in un luogo pubblico, qualunque esso sia, gli occhiali da sole si tolgono, almeno per un primo saluto a chi ci circonda. A meno che non si tratti del chiosco sulla spiaggia, a prescindere dalle condizioni metereologiche, meglio guardare dritto negli occhi chi sta per prendere la nostra ordinazione.
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Cortesie non dovute (ma il piรน delle volte apprezzate)
Il galateo su questo punto parla chiaro: tazzine, bicchieri e piatti non andrebbero riportati in autonomia al bancone, cosรฌ come al ristorante non si dovrebbe rassettare la tavola pensando di aiutare i camerieri. Perchรฉ, il piรน delle volte, si finisce per essere dโintralcio. Come sempre, perรฒ, bon ton significa prima di tutto analizzare il contesto: se siamo in un bar di quartiere, magari particolarmente affollato, riportare le tazzine indietro puรฒ far risparmiare tempo prezioso ai baristi. In qualsiasi caso, il gesto sarร sempre apprezzato.
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Il fascino della banalitร
Un caffรจ macchiato caldo al vetro, un ginseng in tazza grande, un cappuccino decaffeinato chiaro, freddo, con poca schiuma, anzi no, tantissima, un latte "appena" macchiato, con una spolverata di cacao. Se ne sentono di tutti i colori al bancone e spesso le tante richieste diverse finiscono per mandare in confusione il povero barista, specialmente nelle ore di punta. A maggior ragione, quando arrivano degli ordini per l'asporto. Certo, ognuno ha il diritto ad avere le proprie preferenze, ma nei momenti piรน tesi, magari, meglio evitare di chiedere un caffรจ corto, corretto, macchiato caldo e al vetro, e optare per un โbanaleโ, meraviglioso espresso.
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Chiamare le bevande col proprio nome
ร probabilmente il punto piรน complicato per noi italiani, per cui esiste solo un unico termine generico: caffรจ. Ma il caffรจ, tecnicamente, รจ una pianta. La bevanda che viene servita รจ lโespresso, oppure un caffรจ filtro. Con un piccolo sforzo, iniziare a utilizzare i termini giusti puรฒ contribuire a valorizzare lโintero comparto. La conoscenza, in fondo, parte prima di tutto dal linguaggio.
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Al cucchiaino ci pensa la lavastoviglie
Un gesto automatico per molti, che perรฒ รจ tuttโaltro che elegante. Una volta girato lโespresso, il cucchiaino va riposto sul piattino, non cโรจ bisogno di pulirlo in bocca. E a proposito di cucchiai: meglio evitare tintinnii e rumori molesti, specialmente di prima mattina. La tazzina non รจ un tamburello e non siamo alla scuola di musica: quando si consuma qualcosa (un pasto, una bevanda, uno snack) sempre meglio limitare qualsiasi suono.
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Il trucco fa miracoli
Il mondo del make-up, ormai, li fa davvero. E da anni esistono le tinte labbra che resistono alla โprova bacioโ e soprattutto allโassaggio. Le macchie di rossetto sulle tazzine, infatti, non sono semplici da mandare via: per chi non volesse optare per le tinte, basta tamponare le labbra con un tovagliolo prima di bere per minimizzare i danni.