Entrando nel borgo di Scanno, in provincia di L'Aquila, la prima tappa obbligatoria è quella al Pan dell’Orso, storica pasticceria famosa per l’omonimo dolce, quello “che sa di montagna”, come recita lo slogan che campeggia sui cartelli all’uscita dell’Autostrada. Fiero custode della tradizione abruzzese, il pasticcere Angelo Di Masso ha deciso di recuperare ora un'antica ricetta, che in poco tempo ha (ri)conquistato il cuore degli scannesi.
Frutticelli, i dolci d'Abruzzo dimenticati
Quasi nessuno ne aveva sentito parlare, nonostante per molto tempo i frutticelli siano stati il dolce simbolo di comunioni e matrimoni in paese, “il dolce della gioia” come lo chiama Angelo, artigiano innamorato della sua terra, che per anni ha cercato invano di ritrovare la ricetta originale. A metterla a punto era stato Aniceto Fronterotta, pasticcere del borgo che aveva inventato questi dolcetti dalla forma originale per festeggiare le grandi occasioni.
“L’impasto è simile a quello delle sise delle monache”, altra specialità regionale, tipica di Guardiagrele, “pian piano sono riuscito ad arrivare a un risultato soddisfacente”. Fronterotta li preparava nel 1870, e a più di un secolo e mezzo di distanza Angelo ne ha ricreato il sapore, “in pasticceria non esistono segreti, solo accorgimenti che fanno la differenza. Ricostruire la ricetta da zero è stato motivo di grande orgoglio per me”.
Le lumache dolci delle feste
Ma cosa sono, esattamente, i frutticelli? Dolci morbidi a forma di chiocciola, “a base di pasta divisa, con tuorli e albumi montati a parte, alternando farina e zucchero, un impasto soffice che ricorda un po’ il pan di Spagna” e poi farciti con crema e decorati con confettura di mele cotogne.
A ricoprire il tutto, una glassa di zucchero e pezzetti di mandorle per formare le antenne delle lumachine, “cotte in forno a 220 gradi per circa un quarto d’ora”. Ma Angelo non si è limitato a re-inventare il dolce, "che sta piacendo molto alle persone del luogo", lo ha anche portato in televisione, alla trasmissione Eat Parade del Tg2: “Possiamo imitare quanto vogliamo la pasticceria francese, che è straordinaria, ma sono le nostre radici a fare la differenza, a rendere una proposta speciale. La tradizione dolciaria è ricca di aneddoti e prodotti ormai quasi del tutto scomparsi, è nostro dovere farli conoscere anche alle nuove generazioni”.