Si chiama solo Wonka il film in uscita il 14 dicembre nelle sale italiane, diretto da Paul King e con Timothée Chalamet nei panni dell’eclettico cioccolataio, ma non è la prima volta che il romanzo del 1964 di Roald Dahl arriva sul grande schermo. La trasposizione numero uno c’è stata solo sette anni dopo l’uscita del libro, con il mitico Gene Wilder nel ruolo da protagonista, passato poi a Johnny Depp con la regia di Tim Burton nella versione del 2005. Ma per capire la storia dietro la barretta di cioccolato realmente esistita bisogna tornare a quella prima pellicola del 1971.
L'azienda di porridge che investì nel primo film
A sponsorizzare il film di Mel Stuart fu la Quaker Oats, grande azienda americana di porridge istantaneo, dal 2001 proprietà della PepsiCo. La collaborazione con il brand era più che solida, tanto che la produzione dovette cambiare il titolo del film da "Charlie e la Fabbrica di Cioccolato" a Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato, per accontentare la Quaker Oats che aveva investito una cifra significativa nel progetto. L’intenzione era quella di pianificare una campagna marketing attorno a prodotti brandizzati Willy Wonka, per cavalcare l’eventuale successo del film. Ma non sempre le cose vanno come previsto: al botteghino il musical non sbancò, e la prima barretta di cioccolato non fu affatto semplice da realizzare.
La vera barretta di cioccolato di Wonka
La Quaker Oats decise di puntare su altro, creò degli snack chiamati Super Skurnch e Umpa Lumpa con burro d’arachidi, finché finalmente, un giorno del 1975, non diede vita alla Wonka Bar, la cioccolata del film. Il prodotto, però, non ebbe mai il successo sperato: una svolta ci fu nell’1988, quando tutti i prodotti targati Wonka vennero acquistati dalla Nestlé, ma neanche l’arrivo di un grande gruppo bastò a far girare le vendite. Negli anni le barrette scomparvero più volte dagli scaffali americani e inglesi, almeno fino all’uscita del secondo film, nel 2005.
L’interpretazione di Johnny Depp piacque molto, così la Nestlé decise di inserire anche dei biglietti dorati, proprio come nel film: cinque biglietti fortunati che avrebbero garantito ai clienti dei premi che arrivavano fino a 10mila dollari di valore.
La caccia al biglietto d’oro andò bene, ma neanche questa mossa di marketing riuscì a salvare la cioccolata Wonka. L’ultima volta che una barretta è comparsa nei supermercati è stato nel 2013, poi pian piano ha cominciato a perdere valore, fino a essere venduta scontata, a prezzi stracciatissimi che hanno portato la Nestlé a decidere di rimuoverla dal mercato nel 2014. Quattro anni dopo, l’azienda ha ceduto il marchio alla Ferrero, e ora con l’uscita del terzo adattamento cinematografico i fan si chiedono se il dolcetto tornerà mai in commercio.
Dalla scorsa estate sono stati molti gli utenti che sui social hanno chiesto a gran voce di poter riassaggiare la barretta Wonka, fatta di biscotti Graham (croccanti frollini al miele) e cioccolato al latte, che alcuni giurano essere «la migliore mai mangiata». Addirittura, nel Regno Unito i consumatori sono stati messi in guardia da finte barrette Wonka che si spacciano per le originali... chissà che ne pensa la povera Quaker Oats, che dopo tanti investimenti in tredici anni non è mai riuscita a far quadrare le vendite.